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La migrazione dei Guarà sul delta di Paraiba

Nel delta di Parnaiba gli stormi di uccelli Guarà colorano i tramonti brasiliani. Sfrecciano, rosso fuoco, sopra le mangrovie e si appostano sugli alberi della foresta. Nelle foto di Marco Serazio l'altra faccia del Brasile

La migrazione dei Guarà 
sul delta di Paraiba

È quasi l'ora del tramonto. Ci appostiamo sul fiume vicino a un isolotto del delta di Parnaiba. E aspettiamo, in silenzio, a bordo di una barchetta. Spegnamo il motore. Passa mezz'ora e dall'orizzonte ecco che spunta il primo stormo di uccelli Guarà. Restiamo senza fiato talmente sono belli. Sfrecciano, rosso fuoco, sopra le mangrovie e si appostano sugli alberi della foresta. Macchie di colore acceso in mezzo al verde fitto degli alberi. Uno spettacolo.

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Il Brasile è anche questo. Al Nord, sul fiume che separa lo stato del Maranhao e del Piauì, nella seconda metà di agosto è possibile intercettare la migrazione dei Guarà, splendide creature dalle piume rosse. L'agenzia a cui ci siamo rivolti, la Blu Viaggi, prende spunto da questo per costruire l'itinerario delle nostre vacanze. E così ci troviamo a visitare un Brasile diverso e a concludere ogni nostra serata tra pescado alla griglia, amache, caipirinhia e due salti di forrò, la danza tipica del nord. Da non perdere le lagune del parco nazionale dei Lencois Maranhenses (dette le lenzuola): dune di sabbia bianca intervallate da specchi trasparenti di acqua dolce.

È l'acqua delle piogge, che contribuisce a formare un paesaggio lunare ed unico. Imperdibili: una mattina all'alba sulle barche dei pescatori, una gita sui quod attraverso il deserto dei Lencois fino a raggiungere l'oceano, una visita a Santo Amaro, a pochi chilometri da Barreirinhas, villaggio intonso dove non sono ancora arrivati né il turismo né l'asfalto. A Caburé ci si può sdraiare sulla spiaggia "che c'è e che non ci sarà", destinata a sparire, erosa dall'oceano da un lato e dal fiume dall'altro.

Per concludere il lungo viaggio in mezzo alla natura, la meta ideale è Jericoacoara, patria del kite surf e della capoeira, già scoperta da anni dagli italiani e subito amata. È l'unico villaggio del Brasile in cui si può veder tramontare il sole dietro all'oceano. Magari godendosi lo spettacolo in sella a un bel cavallo bianco lungo il mare. A pochi chilometri di distanza, a Tatajuba, raggiungibile in jeep, si può mangiare l'aragosta stando con i piedi a mollo nell'acqua trasparente di una delle spiagge più incontaminate della zona. E si può azzardare una "discesa libera" sulle dune di sabbia noleggiando le tavole da surf.

Per scoprire, laguna dopo laguna, foresta dopo foresta, cosa intendono i brasiliani quando ti salutano dicendoti "beleza".

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