Cronaca locale

Mike Bongiorno: L’Expo è come me

Il presentatore più premiato d’Italia: «Milano ha meritato la sua rivincita»

M ichael Nicholas Salvatore Bongiorno, detto Mike, nato a New York il 26 maggio 1924, è il più longevo presentatore televisivo al mondo. La vita di Mike Bongiorno cammina di pari passo con la storia del nostro Paese. Il giovanissimo Michael partecipa attivamente alla Resistenza e incrocia Indro Montanelli nelle celle di San Vittore. Conosce l’orrore dei campi di concentramento e vede in faccia la morte davanti a un plotone di esecuzione tedesco. Vive in pieno il sogno americano, passando dallo sbarco a New York al grande successo come speaker della radio statunitense. L’Italia è nel cuore della ricostruzione e lui, su suggerimento di Vittorio Veltroni, padre di Walter, cambia il nome in Mike e inizia una irripetibile carriera televisiva. Parla con entusiasmo dell’Expo 2015.
Milano Expo 2015: quanto sarà influente una efficiente programmazione?
«L’Expo è un premio che Milano meritava perché è la città italiana più dinamica e laboriosa, senza nulla togliere alle altre. Milano era rimasta un po’ "indietro" a causa delle scarse risorse finanziarie del Comune, che non era in grado di fare gli investimenti necessari per abbellire la città. Ora, invece, ho già visto il progetto in bozza, che prevede la demolizione di tutti i vecchi palazzi in zona Fiera, compreso quello che fu un tempo il mio studio, da dove si trasmetteva Rischiatutto. Anzi, hanno fatto una cosa molto carina: mi hanno regalato un pezzetto di mattone, in ricordo dello studio che non c’è più. Ci vorranno 4-5 anni per riuscire a realizzare tutti i progetti, compresi i 3 grattacieli disegnati da architetti di fama mondiale, che qualcuno teme. D’altra parte, i grattacieli fanno parte delle grandi metropoli e quindi è giusto che ci siano. Ci sarà più verde, per giusta richiesta dei cittadini».
Milano diventerà realmente una città internazionale con l’avvento dell’Expo?
«Milano è già una città internazionale. All’estero quando parlano di industrie e grandi investitori si parla di Milano: è la capitale della moda e nella Fiera faranno dei palazzi dedicati alla moda. Il velodromo Vigorelli verrà incorporato dentro questa nuova “città” e potranno svolgersi al suo interno manifestazioni sportive di assoluto rilievo. Certo, tutti gli occhi del pianeta saranno rivolti a Milano, in quanto ha vinto questa battaglia dell’Expo e deve mantenere quello che ha promesso. La città avrà a disposizione un budget enorme e sicuramente verrà utilizzato anche per il miglioramento della viabilità, anche a Rho. Strano che non ci sia ancora una strada più semplice per arrivarci, ma la faranno. E tutto questo grazia a Letizia Moratti che è stata molto brava».
Porterà realmente tutti questi posti di lavoro?
«Certamente. Hanno già annunciato che ci saranno 40.000 posti di lavoro in più. Soprattutto per quelli che arrivano dal “terzo mondo“. Insomma l’Expo sarà per Milano un evento assolutamente positivo».
Senta, ma qual è il segreto per rimanere protagonisti dopo tanti anni?
«Adesso che ho pubblicato la mia biografia, in effetti rileggendola mi sono chiesto: ma come ho fatto a vivere una vita così intensa? Per avere successo penso che bisogna sempre essere sinceri con il pubblico: la gente mi vuole bene perché sanno che di Mike si possono fidare. E poi forse ha influito l’essere sempre gentile con tutti e aiutare tutti quelli che hanno bisogno. Ho vinto ben 24 Telegatti: nessuno, credo, ci arriverà mai. Però poi ci sono altri premi importanti a cui tengo.

Forse il premio che mi ha dato più soddisfazione è stato il riconoscimento che ha fatto di me un “dottore”: allo Iulm, infatti il mese scorso mi hanno proclamato dottore honoris causa, ed è stata una serata indimenticabile.

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