nostro inviato a Milanello
Stasera tocca a Ibrahimovic. Già, tocca a Zlatan Ibrahimovic, il cattivone messo nel mirino dagli arbitri che ha lasciato il Milan in braghe di tela dopo Bari e Fiorentina, farsi perdonare da sodali e tifosi e provare a trascinare i suoi verso la prossima finale di coppa Italia, uno dei dichiarati obiettivi della stagione. Mai nessuno, prima di Allegri (ad Ancelotti riuscì laccoppiata Champions-coppa Italia), ha toccato questo traguardo e il riferimento statistico è un motivo di orgoglio per il livornese ma anche un motivo di sana preoccupazione. Già perché nel frattempo lappuntamento di sabato prossimo, col Brescia, risulta un passaggio determinante nella conquista dello scudetto e allora per le sue scelte il tecnico deve fare i conti con letà dei suoi senatori e la necessità di risparmiare il supplemento di fatica (si gioca sabato sera in campionato). «Vogliamo onorare questa coppa» è la spiegazione offerta da Allegri, pronto a sottolineare il contributo incassato dal suo gruppo, «grandi uomini, senza la loro disponibilità non saremmo arrivati fin qui» il giudizio.
«Ibra ha riposato, ha recuperato la migliore condizione, deve essere sereno e non lasciarsi condizionare dalle polemiche legate alle sue squalifiche» è la raccomandazione di Allegri che è in attesa, prima di trasferirsi allo stadio San Siro stasera, del responso dellappello presentato dallavvocato Leandro Cantamessa. Il legale che è già riuscito una volta a ottenere lo sconto punterà su due motivi: 1) la spiegazione immediata, a caldo, data da Ibra è quella originale; 2) la parolaccia usata dallo svedese è ormai entrata nel linguaggio comune, è stata «sdoganata» insomma. Se Ibrahimovic dovesse, con laiuto di Cantamessa, far centro anche nel tribunale calcistico potrebbe rientrare col Bologna domenica 1 maggio, altrimenti dovrà attendere il turno successivo. Perciò stasera sarà il caso di mettere una pietra sopra le polemiche e anche le accuse, feroci, rivolte dal suo agente Raiola agli arbitri italiani («non lo vogliono far giocare»), per dedicarsi invece al gol e al Palermo, rimesso in piedi da quel gentiluomo di allenatore di nome Delio Rossi.
Ibra avrà al suo fianco Antonio Cassano: i due, in coppia, han giocato contro il Parma facendo sfracelli e nel frattempo Fantantonio ha smerigliato il suo smalto fisico e tecnico. Persino i due ultimi rigori del pibe di Bari, contro Inter e Samp, a modo loro hanno orientato le rispettive serate. Ibra dovrà trascinare un Milan farcito di seconde linee. In difesa (da Amelia, Abbiati tornerà a Brescia, fino ai laterali Oddo e Antonini, con Sokratis ripescato per far rifiatare Yepes) e a centrocampo (Gattuso e Van Bommel stanno a guardare, si rivedono finalmente Pirlo ed Emanuelson). Tranne che in attacco dove è impossibile il minimo turn-over: Robinho in panchina, a Brescia deve esserci. «Mi piacerebbe giocare la finale, che ci sia o no lInter» la frase di Allegri, deciso a non allentare la tensione sullo snodo tricolore di Brescia.
Milan, assalto a tutto Ibra a San Siro e contro il giudice
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