Milano In attesa delle magie di Ibra e soci è il Milan dei mediani a guadagnare la scena e anche la pagnotta. Già perché nella serata di ieri, dopo l’impresa di Lecce firmata da Boateng, ecco il mercoledì da leone di Antonio Nocerino. Pensate, costato 500 mila euro al mercato di agosto (tanto che Zamparini, scherzando ma non troppo, parla di una bella furbata di Galliani), comincia a integrarsi perfettamente nel meccanismo rossonero e a tirare fuori dal cilindro magico anche un certo nunmero di gol. Il primo col Palermo, altri tre ieri col Parma approfittando di un parmigiano tenero tenero che si taglia con un grissino.
E infatti il napoletano che qui deve riscaldare il posto a Gattuso (a proposito dalla curva incitamenti e striscioni per Rino) s’improvvisa eversore decisivo del Parma. Dapprima con un blitz sul palleggio di Ibrahimovic. In tre del Parma fanno le belle statuine, stanno a guardare e lui, avuta via libera, con un tocco morbido infila il primo cioccolatino. Il secondo è l’effetto Boateng perché dal limite gli riesce un sinistro al volo che s’infila sotto la traversa e tramortisce Mirante. Quando scorrono i titoli di coda, sul lancio di Cassano, ecco il terzo cioccolatino da scartare in famiglia. Può portarsi a casa il pallone, con piena soddisfazione.
È il Milan dei mediani e quali mediani. Perché oltre a Nocerino brillano nella notte di San Siro (su un prato indecente) anche il talento di Aquilani e la sapienza tattica di Ambrosini. Fa bene Allegri e difenderlo con le unghie e i denti, a proteggerlo dai giudizi ingenerosi di Lecce. Davanti alla difesa, nella garitta, il suo ruolo insomma, Ambrosini è un vero leader oltre che una alternativa sontuosa a Van Bommel, risparmiato in panchina in vista di Roma.
Se poi anche la difesa ritrova la compattezza di una volta concedendo al solo Giovinco la palletta comoda comoda del 3 a 1, beh allora il Milan può sentirsi recuperato a tutti gli effetti. Gli mancano ancora le imprese di Ibrahimovic che deve attendere quasi metà riprendersi per riprendersi la scena e segnalare ai tabellini che è tornato al gol, in campionato, su azione, dopo il debutto con la Lazio. Insomma anche lui ritrova in quel tocco su lancio delizioso del compare Antonio, la voglia di continuare la rincorsa verso il tetto della classifica nella speranza che l’Europa gli regali qualche altra soddisfazione.
Un Milan così, irrobustito dai famosi mediani, sembra tornato quello di uno scudetto fa. Allora furono Ambrosini, Flamini e Gattuso, rimpolpati a gennaio dall’arrivo di Van Bommel. Adesso tocca ad Aquilani e Nocerino e all’eterno Ambrosini far dimenticare qualche affanno di troppo e anche qualche critica fuori luogo. Sapete come si spiega il ruolino di marcia del Parma rimasto senza pareggi anche questa volta? Con la fragilità eccessiva della sua difesa incarnata da un portiere timido e da una difesa impacciata che balbetta dinanzi alle esibizioni stilistiche di Ibra e Cassano. A loro chiudono qualche varco ma quando il pericolo arriva da dietro non sono in grado di opporsi.
E poi, diciamola tutta. Colomba pensa di salvare la ghirba con uno schieramento molto difensivo.
Attirare il Milan nella propria metà campo è un suicidio tattico pagato a caro prezzo dopo la prima frazione. A quel punto gli ingressi di Pellè e Biabiany non servono a granchè perché ogni velleità di recupero è castigata dalla buona tenuta di Thiago, Abbiati e dall’arrivo dello stesso Mexes.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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