di Riccardo Signori
I segnali sono chiari, inequivocabili, quasi irrisori. Se poi stasera la Roma vorrà partecipare al gioco, sarà difficile aver dubbi. Il campionato lavora per la Juve. Le avversarie fanno di tutto per tranquillizzarla, concederle ancora qualche assestamento, si sprecano gomme slick, nemmeno tutti si servano dal gommista dellInter. La difesa pasta frolla del Milan è una garanzia: appunto solo per la Juve. Quel bravuomo di Di Natale si sta dannando per segnar gol che pesano e tener lUdinese in alto nel cielo: ieri ha realizzato la rete 140 della sua collezione, tanto di cappello alla faccia dei dubbi di Prandelli. Ma basterà? La Juve ti fa venire il dubbio. Non è atto di lesa maestà scrivere, dire, pensare che finora le è andato tutto bene: anche nei rapporti con gli arbitri. Negli anni di grazia conta pure questo: pochi errori contro, qualcuno in più a favore.
Ma cè di più, giusto per metter fine ai soliti discorsi da bar (aiuto sì? aiuto no) ieri è intervenuto anche larbitro Rocchi, per dire la sua. Tal signore, come lo chiamerebbe Moratti che ne ha avuto a che fare in Inter-Napoli, ieri ha dimostrato di usare una sorta di par condicio nei confronti delle due squadre ora più accreditate: non ha visto braccia levate in area juventina (Barzagli contro la Lazio) e non ha visto quella di Seedorf a Bologna. Come dire: stesso metro di valutazione. Dunque, tutti zitti. Meglio dimenticare il resto, che si sposa con una certa incapacità. Ma, almeno, grazie a lui, Juve e Milan se la giocano alla pari, un po meno gli altri.
Torna la domanda: cè qualcuno che possa importunare la Signora? Milan, verrebbe spontaneo dire. Ma visto ieri... Per ora tutti lì ad attendere. E più passa il tempo, più aumentano i dubbi delle altre e diminuiscono quelli della Juve. La squadra sta dimostrando sostanza, forza del gruppo, migliore convinzione, è lunica formazione a non aver ancora perso (e significherà qualcosa). Per vincere deve andare sempre al limite, non può permettersi di perdere più di un titolare per volta, eppure sono più i passi avanti di quelli indietro. Si è sempre discusso sulla consistenza difensiva, eppure la difesa non se la passa male. I numeri dei gol incassati tracciano il grande solco che, per ora, ha messo in fila la classifica: Udinese la meno battuta, Juve a galleggiare dietro. Milan che si salva con i gol realizzati, sennò la difesa lo porterebbe molto più indietro. La Juve non ha cannonieri fra i primi sei, ma tanto le basta per tenere sotto tiro lUdinese, peggiore in campo in quanto a reti segnate pur avendo il capocannoniere del campionato. Sono i controsensi del pallone. Conta il gioco di squadra, anche nel segnare gol. Matri, Marchisio e Pepe ne compongono un quadro preciso: un attaccante puro, un centrocampista di fatica e quel centrocampista con il tiro da gol che ha sempre fatto le fortune di ogni grande squadra. Basta ripensare al passato, più o meno vicino, per ritrovarne in ogni squadra: da Tardelli a Matthaus, da Nedved a Boateng.
Vista così la Juve è molto più completa di quanto era immaginabile ad inizio torneo. E se, alla terza partita, tutti prendemmo il pari casalingo (1-1) con il Bologna come un segnale negativo per il suo campionato, oggi dobbiamo inquadrare il 2-2 del Milan, a Bologna, come un contraccambio della sorte (buona). Se poi guardate la classifica capirete meglio: tutto dun colpo lInter è tornata nella cosiddetta parte sinistra del tabellone.
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