Se si visualizza la parola «calcio», si pensa instantaneamente a termini come «gioco» e «sport», ovvero a cose che hanno una loro valenza solo nel campo del passatempo e dello svago. Invece la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha fatto uno studio per specificarci che il calcio non è soltanto un pallone vuoto ma può anche rappresentare una bel salvadanaio con un suo pregio pecuniario in euro sonanti. E tra laltro assai consistente. Secondo la ricerca eseguita dalla Camera brianzola la somma del valore dei marchi dello stadio di San Siro, del Milan e dellInter arriva ad un ammontare di ben 30 miliardi di euro. Un bel gol, si potrebbe commentare, visto che la cifra astronomica equivale esattamente allultima vituperata manovra del Governo Monti.
Come commentano la notizia le due società in questione? Dai corridoi dellInter non arriva voce, visto che sono tutti in Svizzera per le selezioni della Champions. Dal Milan, invece, invitano a valutare la cifra con avvedutezza, calma e ponderazione, perché trenta miliardi di euro sono sempre trenta miliardi di euro... E più di qualcuno non ha esitato a sgranare gli occhi esclamando: «Santo cielo, sono tanti!».
In che cosa consiste il valore teorico di un marchio, perché in teoria si sta appunto parlando? Nella credibilità, nel prestigio, nella fama che si è conquistato nel mondo, facendo tornare sulla città una forte immagine e unaltrettanto valida reputazione. È noto, per esempio, che anche nelle zone più povere della terra, minate dalle guerre, molti bambini riescono a trovare la gioia grazie alla maglia del Milan e dellInter. Quindi agli occhi del pianeta, Milano non è la metropoli dei danée perché territorio di aziende e di imprese, ma anche per le sue squadre calcistiche e il celebre stadio di San Siro. E non sono neppure marchi quotati in borsa! E se ci pensa bene sono anche marchi non pubblici, ma privati, che hanno però lo stesso peso in euro di una manovra pubblica che sta per far trasudare lacrime rosse, rosse dalle vene degli Italiani.A questo punto, una domanda: ma i milanesi sarebbero disposti a vendere San Siro, Milan e Inter a un qualche sceicco di turno pur di far superare alla Nazione la crisi? Ovvero: i milanesi farebbero da Babbo Natale, visto che il noto Santa Claus è già di per sè vestito di rosso e di nero? A una domanda sorriso, una risposta sorriso. Ironizzando sulla notizia, il comico neroazzurro - e questi potrebbero essere i colori della Befana! - Enrico Bertolino, che tra laltro è laureato in Economia alla Bocconi, commenta: «Ma, via, vendiamoli! In fondo cosa ci costa? Limportante è non fonderli. Nelleventuale vendita, che non sia mai che diventino ununica squadra come la Sampdoria, nata dallincrocio della Sampierdarenese e dellAndrea Doria. Che il Milan resti per sempre il Milan e lInter, per sempre lInter. Venduti, sì. Fusi, mai!». Senta, ma secondo lei i calciatori cosa ne potrebbero pensare? «A mio avviso sarebbero contenti anche i calciatori, così non correranno per vincere il campionato ma per vincere la manovra! Cosa nuova, no!».
In merito a San Siro, il cabarettista ha una giusta perplessità: «Bisogna vedere se ci si deve pagare sopra lIci, perché con lIci non lo compera nessuno!».
Scherzi a parte, in un tempo in cui ci si sente svalutati agli occhi del mondo causa le condizioni disastrate delle casse dello Stato, il calcio forse vuole farci capire di non buttarci giù... dando un calcio a tutto.
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