Milano - Scontata la battuta confezionata all’intervallo, in tribuna-stampa. Quel satanasso di Adriano Galliani non è riuscito solo a evitare la coppa Italia nella settimana del derby: ha abolito anche la partita della domenica precedente». D’altro canto, dopo dodici minuti, lo scenario era il seguente: il Milan davanti nel risultato (1 a 0, rigore di Ronaldinho), Siena sotto e con un uomo in meno (il portiere Curci espulso, il secondo Pegolo costretto a subentrare lasciando fuori Jajalo). Inevitabile l’epilogo: i berlusconiani hanno chiuso con un rotondo 4 a 0, Ronaldinho è salito alla ribalta e Leonardo ha incassato il terzo successo consecutivo con un bilancio scoppiettante, 9 punti, 12 gol fatti, appena 2 subiti. Sembrano fuochi d’artificio. Niente da fare e niente da dire sul conto del povero Siena: è stato tradito dalla coppia scellerata Brandao-Curci (il primo ha regalato palla a Borriello, il secondo lo ha steso sottoponendosi alla ghigliottina del regolamento) ed è andato incontro alla sconfitta con qualche isolato sussulto d’orgoglio (gol sbavato da Maccarone sullo 0 a 1 e paratona di Dida su Calaiò nel finale).
A quel punto del pomeriggio, il Milan ha pensato a ridurre possibili rischi in vista del derby. Galliani e i rari tifosi presenti a San Siro si sono eccitati per lo show balistico di Ronaldinho ma hanno rivolto preghiere al cielo appena han visto Nesta abbandonare il prato rizollato di San Siro prima dell’ora di gioco. Dolore all’adduttore, riferiscono dall’infermeria: diagnosi non molto preoccupante. Anche le ammaccature tradite da Gattuso e Pirlo e l’infortunio a Flamini (uscito prima dell’intervallo, rimpiazzato da Jankulovski nella ripresa), sono stati derubricati con una diagnosi incoraggiante. Leonardo ha garantito: risponderanno all’appello.
Immaginare lassù il Milan, a 40 punti, sei lunghezze dietro l’Inter, con una partita da recuperare, nella condizione, virtuale, di azzerare il distacco tra una settimana, non è solo un esercizio di sano e salutare ottimismo. È la risposta alla depressione dei giorni peggiori vissuti qualche mese fa. Simbolica la confessione di Adriano Galliani, ieri in tv, conversando con Roberto Bettega, amareggiato dalla sconfitta di Verona: «All’intervallo di Milan-Roma, c’era qualcuno in tribuna autorità, non in curva, che si chiedeva se questo Milan sarebbe riuscito a salvarsi». È la stessa testimonianza resa da Arrigo Sacchi qualche tempo fa: bastano due indizi per confezionare la più classica delle prove. Ecco: il Milan è riuscito a sorprendere se stesso oltre che la gran parte del suo popolo, rimasto lontano per protesta dai giorni della cessione di Kakà al Real Madrid e del mancato arrivo di stelle dal calcio-mercato, prim’ancora che la concorrenza. L’Inter tra tutte. Anche la partenza di Ancelotti con la scelta di puntare su un debuttante riluttante, Leonardo, più che l’addio dello stagionato capitano Paolo Maldini, ha lasciato un vuoto presto colmato da altre presenze: un po’ di giovanotti generosi provenienti dal settore giovanile (Abate, Antonini, Borriello), il rilancio di guerrieri considerati persi per la causa (Nesta, Ronaldinho), il conio di uno schieramento tutto dedito all’attacco. Adesso il Milan gioca leggero e sciolto, non si distrae, sa persino dosare le sue energie migliori e rimpiazzare assenti del calibro di Zambrotta, Seedorf e Pato con la concretezza di Gattuso, la vivacità di Antonini.
A leggere il prossimo derby di Milano attraverso il Siena si commetterebbe un grave errore ottico. Perché quando toccò all’Inter, l’armata di Mourinho fu costretta a vincere due volte per domare la ciurma di Malesani. Ieri è stata tutta in discesa la prova di San Siro per il Milan, come racconta il risultato o la cavalcata di Ronaldinho (6 gol dalla sera della Befana), come documenta il momento sì di Marco Borriello, protagonista della prima parte (si procura il penalty e firma il 2 a 0 a metà frazione con un sinistro alla Van Basten), come conferma infine persino il balzo felino di Dida sul colpo di testa di Calaiò a colpo sicuro, nel finale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.