Milano - E ora fiato alle trombe e via al grande dibattito. Con la classica divisione in due grandi partiti. Da una parte chi immagina che il miracolo milanista, realizzato nella notte di Atene, non sia più replicabile. Capita una volta nella vita, oltre che nel calcio. Perciò, secondo loro, è urgente procedere a una bella iniezione di gioventù e di classe, attraverso il prossimo mercato. La firma del manifesto è autorevole, si tratta di Arrigo Sacchi. Nella sua scia, la maggior parte della critica italiana.
Dall’altra parte invece c’è il Milan legale, avvitato sulla posizione di sempre: niente rivoluzione, piccoli ritocchi, mirati tra l’altro. Garantito il risultato: tra qualche mese, spenti i riflettori del trionfo nella Champions, i due poli torneranno ad azzuffarsi sulla materia che è labile come ogni discussione di calcio-mercato.
Adriano Galliani, vice-presidente vicario del Milan, intervenuto ieri pomeriggio alla chat della Gazzetta dello Sport, non ha mostrato dubbio alcuno sulla strategia. «Noi crediamo, fermamente, che il gran merito dei nostri successi sia dovuto al senso di appartenenza e al fatto che i grandi campioni restino con noi per tutta la loro carriera» la frase che fa da prologo al prossimo mercato. Il vice-Berlusconi non ha dato spazio a illusioni e ha ridotto a un solo acquisto la novità per la prossima stagione. «Ci interessa solo un attaccante» è stata la sintesi avvalorata da alcuni sviluppi e da qualche annuncio solenne.
Zambrotta, per esempio, è uscito allo scoperto e ha troncato sul nascere, con una intervista concessa a «100% Sky», ogni virtuale trattativa legata al suo trasferimento da Barcellona a Milanello. «Sto bene in Spagna e ho deciso di restare, col Milan non ho avuto contatti» la sua risposta definitiva. In via Turati hanno preparato la lista, con Maldini confermato per un anno, e Marzoratti, di ritorno dall’Empoli, al posto di Costacurta (per esibire un esponente del vivaio).
Ma il nodo è sempre legato al portiere, in qualche modo. «Abbiamo cercato Buffon prima di rinnovare con Dida» la spiegazione fornita da Galliani che è una mezza verità. A volere, fortissimamente, la conferma del panterone brasiliano, è il presidente Silvio Berlusconi. Il successo nella Champions, con Dida tra i protagonisti positivi, ha rafforzato la sua posizione. E il partito pro-Buffon è rimasto in minoranza. Un ripensamento non è da escludere.
L’altro nodo è Shevchenko. L’ucraino, da Londra, continua a lavorare per rientrare a Milano. Al fine di evitare strappi diplomatici con il Chelsea ha cancellato all’ultimo momento il volo privato per Atene. «Non è conveniente la sua presenza alla finale del Milan» gli han fatto sapere dagli uffici del club londinese. E Shevchenko ha obbedito. Nel frattempo ha chiesto un incontro privato con Abramovich: punta tutto sui suoi rapporti con il magnate russo per liberarsi. E in parte anche sul fatto che il Milan, portando a casa, con la coppa dei Campioni, anche una bella fetta di milioni, avrebbe la cifra da spendere per riportarlo a Milanello.
Ma Sheva ha commesso un errore: mai fare i brillantoni con i soldi degli altri. «Peter Kenyon mi ha assicurato che non c’è alcuna intenzione di cedere Shevchenko» la frase di Galliani che è una pietra tombale sulla trattativa. O Sheva riesce a liberarsi, in prestito, oppure sarà costretto a restare a Londra. Nonostante la retromarcia innestata anche dalla moglie, la signora Kristel, considerata la regista della trattativa col Chelsea.
Ronaldinho ha confermato la sua natura di autentico volpone. Da mesi ormai ha preso a giocare su due tavoli, Milan e Barcellona, per inseguire un solo risultato: ottenere un sostanzioso aumento del proprio stipendio. Ieri ha fatto i complimenti al Milan e approfittando di una telecamera italiana ha buttatò lì una frase galeotta: «Che allegria giocare con Kakà e Ronaldo, lo facciamo già nel Brasile, se ci sarà occasione di farlo in un club sarà un’ulteriore fonte di allegria». Galliani non ha abboccato all’amo. E di rimando ha escluso che il Barcellona possa privarsi «di un campione come lui». Come per dire: non ci userai più.
Ronaldinho è la figurina esibita spesso dai giornali, ma il vero obiettivo inseguito con determinazione da tutto il Milan, società e Ancelotti a braccetto, è Samuel Eto’o, il camerunense in rotta col club catalano. Su questo fronte bisognerà seguire a fari spenti i prossimi sviluppi.
A centrocampo movimenti di basso profilo. Galliani ha ripetuto il no a Ribery («per motivi tattici») e ad Emerson («il Real non lo lascia partire»), tornerà dall’Atalanta Donati, forse partirà Brocchi se dovesse chiedere garanzie per un posto da titolare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.