Milanesi, ecco perché c’è bisogno di svoltare

Ammettiamolo, Europa e Provincia non sono proprio le istituzioni più amate, quelle che, percepite dai cittadini come particolarmente utili, più di altre attraggono masse di elettori alle urne. Come se non bastasse questa è stata una delle più deprimenti, degradate e imbarazzanti campagne elettorali degli ultimi decenni. E non per per la solita comoda scappatoia del solito «degrado della politica». Bisognerebbe parlare, invece, del degrado dell'informazione, di certa informazione, di certi giornali, convinti ormai che la critica della «libera stampa» consista nel rovistare negli scarichi fognari. Ma questo è un altro discorso.
Per fortuna in Lombardia si vota anche per rinnovare decine di amministrazioni comunali, anche importanti, e si sa che il Comune è l'istituzione per la quale gli italiani vanno più volentieri alle urne, considerandola più vicina, raggiungibile e controllabile. E comunque, nonostante tutto, vale la pena di andare a votare, anche in città come Milano, dove non si tratta di eleggere il sindaco. Votare per il Parlamento di Strasburgo: perché l'Europa, con tutti i suoi difetti, molti e grossi, ormai c’è, e questo è un bene. Perciò non possiamo che migliorarla, renderla più vicina e utile eleggendo figure che ben conoscano i problemi dei nostri territori e delle nostre città.
Votare per la Provincia: non nascondo di essere stato tentato dal gesto di non ritirare la relativa scheda elettorale, in ossequio alla mia antica convinzione che questo ente vada abolito e, nel caso di Milano, immediatamente sostituito con la città metropolitana.

Ma poi ho capito che c'è un solo modo perché questo avvenga: rendendo politicamente omogenee le amministrazioni interessate, Comune, Provincia e Regione, in modo che una iniziativa forte in questo senso non sia frutto di strumentalizzazione politica ma nasca da un concorde progetto di ammodernamento delle strutture di governo del territorio.

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