Milanesi primi consumatori di pesce In città un terzo delle pescherie lombarde

Non solo d’aprile ma in tutti gli altri mesi, il milanese è il primo consumatore di pesce in tutta la regione tanto da spendere 200 milioni di euro annui per averlo in tavola, come rivela una ricerca effettuata dalla Camera di Commercio sulle abitudini alimentari delle nostre famiglie. «Dalla sogliola per il bambino ai più ricercati crostacei; dal pesce crudo per il sushi alle tradizionali sarde e alici, il cliente delle pescherie si apre a una domanda molto variegata e soprattutto in crescita, grazie alle esigenze salutistiche dei consumatori» conferma Angelo Valentini, consigliere di Assofood(Unione del Commercio di Milano).
La città spicca con ben 342 imprese (37,3%) per quanto riguarda le attività legate a questo alimento, un dato importante se si pensa che in tutta la regione il mercato ittico conta 918 punti di smercio, che rappresentano il 3,5% del mercato del Paese. Sotto il Duomo sono 156 i rivenditori, di cui 87 ambulanti e 69 dettaglianti.
Insieme a Milano l’altra città che non scherza in fatto di consumo di branzini e orate è Monza. Pur non essendo bagnato dal mare, il nostro territorio non presenta sorprese di cedimenti nel commercio al dettaglio e all’ingrosso della «carne acquatica» leggera e delicata, ma si mantiene alla grande: un’impresa su quattro rivende all’ingrosso, percentuale uguale per gli ambulanti, mentre una su cinque è una pescheria tradizionale.
Da dove arriva il pescato? Tra il 2009 e il 2010 le importazione si sono incrementate, soprattutto quelle provenienti dalla Spagna, seguita poi dalla Grecia e dalla Francia. La Grecia è in testa per la fornitura del prodotto al naturale. Per quanto riguarda invece i pesci e i molluschi lavorati gli iberici primeggiano; al secondo e il terzo posto vengono Ecuador e Seichelles.
Esigua è l’importazione dal Giappone. Nell’acquisto di pezzogne o capesante il menegino rivela una certa abitudinarietà.

«Si rivolge al negoziante abituale, che diventa garanzia per evitare qualsiasi tipo di imprevisto, ed è anche fornitore di ricette e consigli su come cucinare il piatto preferito» conclude Valentini. Insomma rombi e calamari sani e freschi, qui da noi, che non puzzano mai... di pesce d’aprile!

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