Cronaca locale

Milanesi in ritardo: perdono venti minuti al giorno

Lo rivela uno studio della Camera di Commercio: tra le principali ragioni il traffico e i preparativi mattutini, che mettono in difficoltà soprattutto le donne

Milano, una città che vive di corsa ma che accumula ritardi: ogni giorno circa 300 mila ore perse in attesa. I motivi sono tanti ma la ricerca, condotta da Camera di Commercio, non depone a favore del sistema della mobilità, trasporti e viabilità compresi. In media i milanesi sono in ritardo nelle loro attività 1 volta su 8, per un totale di oltre 20 minuti al giorno: in un anno fanno 126 ore pari a quasi 1 settimana (5,2 giorni) che invece di essere passata al mare, in montagna o in famiglia è "bruciata".
Ma dove si accumulano maggiormente i ritardi? Il 30% per via del traffico (17,3% nel tragitto per raggiungere il lavoro, l'8,7% per tornare a casa, il 3,5% per portare e per andare a prendere i bambini a scuola) e il 21% durante la mattina, per via della fatica di alzarsi dal letto (8,2%) e per i preparativi mattutini (12,7%). Sono soprattutto le donne ad accumulare ritardi la mattina che poi si trascinano per tutta la giornata: 26,7% (10,4% per il risveglio, 16,3% per i preparativi) rispetto al 14,5% degli uomini (6,1% per il risveglio, 8,4% per i preparativi).
I ritardi si fanno sentire anche sugli appuntamenti di lavoro e non solo: in media un milanese ha quasi 3 appuntamenti al giorno, e su questi il 44% è in ritardo (il 50% se consideriamo le donne rispetto al 43% degli uomini). Il risultato? Un milanese su 5 perde almeno un appuntamento al mese per via dei ritardi accumulati. Ma i ritardi hanno anche un costo economico: per circa una impresa su due si ha una vera e propria perdita che pesa per il 3% del fatturato dell'area milanese.
E così la filosofia milanese dell'andare di corsa non piace a tutti: per circa un quarto dei milanesi questa è una abitudine da cambiare (per il 9% è una situazione che crea ansia, per l'8,7% è un ritmo troppo veloce che non lascia pensare, per il 5,3% è un atteggiamento non condivisibile), anche se non manca chi la considera come un segno di vitalità (4,1%) e uno stimolo che piace (3%).

Ma alla fin fine, diventa una abitudine con cui si convive ogni giorno (per quasi il 38% dei milanesi).

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