La «Milanesiana» scende di nuovo in piazza

Marianne Faithfull, l’ex moglie dark di Mick Jagger - nonché figlia di un filologo e della baronessa von Sacher Masoch - declamerà dal vivo alcuni versi che oscillano tra innocenza, eros e si presume esperienza. Per la serie: un Dna che promette bene. Dal canto suo Umberto Eco, saturo di troppa Bellezza (il suo ultimo saggio sull’argomento è stato un successo), si inoltrerà negli abissi della bruttezza. E ancora: Madredeus, Brian Eno, Michael Cimino, Jostein Gaarder, Eumir Deodato, Mario Botta, Marco Morgan Castoldi, George Romero, Hans Küng, Roberto Calasso, Jay McInerney, Wim Wenders, Younis Tawfik (e qui ci fermiamo per ragioni di spazio), sono soltanto alcuni dei prestigiosi protagonisti della «Milanesiana», l’ormai consolidata kermesse culturale giunta alla settima edizione e che quest’anno ha come tema i «Mondi Oscuri», titolo che ha un suono minaccioso e terribile ma che in realtà rappresenta lo spunto ideale per contrapporre alle zone d’ombra una realtà illuminata o al massimo da rischiarare.
L’appuntamento animerà l’estate milanese dal 7 al 21 luglio. Ha dato il via alla manifestazione Daniela Benelli, assessore alla Cultura della Provincia di Milano, seguita da una brillante e ormai inarrestabile Elisabetta Sgarbi che ha presentato un programma sempre più ricco, con tanto di sponsor e istituzioni che hanno dato l’appoggio. Anche quest’anno la «Milanesiana» fonde diverse discipline artistiche e intellettuali di un mondo sempre più globale e “contaminato”. Impossibile elencare tutti gli eventi sparsi in città, che contemplano incontri al teatro, aperitivi con gli autori, proiezioni cinematografiche, concerti, notti bianche, albe a sorpresa, conversazioni collettive e la presenza di un’ottantina di personalità di spicco del mondo della letteratura, del cinema e della musica.


La cosa interessante di questa operazione è che tutto si svolge in vari punti della città, o meglio «in piazza», in un’agorà vissuta come luogo d’incontro in una metropoli sempre più cosmopolita e plurale come Milano. Ben venga dunque il contesto urbano pensato come uno spazio creativo dove si abita, si lavora ma anche dove si sperimenta il nuovo e si vive a contatto con culture trasversali e diverse.

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