Milano avrà una «circle line» e stazioni con cinema e negozi

Sarà creato un anello ferroviario intorno alla città Ieri accordo Comune-Fs per riqualificare sette scali dismessi: il 50 per cento delle aree sarà verde pubblico

Una «circle line» ferroviaria intorno a Milano. Chiudere l’anello del passante nella zona a ovest della città, dove i «treni sotto terra» ancora non arrivano, aprire nuove stazioni «non alla stessa distanza di quelle metropolitane, ma abbastanza ravvicinate» e garantire frequenza di passaggi elevata. Non solo. Copiare il modello delle intercambiadora di Madrid, le stazioni di interscambio dove sotto terra si incrociano treni, metropolitana, parcheggi degli autobus e dei taxi e si offrono servizi. «Possiamo prevedere addirittura cinema, negozi, ristoranti, dei veri e propri centri vivibili per la città», spiega l’assessore ai Trasporti Edoardo Croci, che puntualizza: «Siamo ancora in fase di studio, ma l’obiettivo è potenziare i passaggi ferroviari in città e far diventare gli scali cittadini dei poli logistici di interscambio, sia per le merci che per i passeggeri». Per farlo servono investimenti importanti, ma parecchie risorse - Palazzo Marino ipotizza tra i 600 e gli 800 milioni di euro - dovrebbero arrivare dalla valorizzazione delle aree ferroviarie dismesse dove già dopo l’estate potrebbero partire i primi lavori di restyling. Ieri il sindaco Letizia Moratti e l’amministratore delegato del Gruppo FS Mauro Moretti hanno firmato a Palazzo Marino l’accordo per riqualificare sette scali abbandonati, «un milione di metri quadrati di terreno, un valore inestimabile», ha precisato Moretti, e «il 50 per cento sarà destinato a verde», ha assicurato la Moratti. L’accordo operativo dovrebbe essere siglato invece entro luglio.
Il circolo virtuoso prevede che nell’area di sette scali dismessi - Farini, Porta Romana, Porta Genova, Lambrate, San Cristoforo, Rogoredo e Certosa - siano realizzati alloggi in housing sociale, uffici, negozi, servizi e parchi. Le plusvalenze, derivanti dalla destinazione d’uso di queste aree, saranno reinvestite dalle Ferrovie per potenziare il trasporto su rotaie intorno alla città e alle stazioni. Nelle linee guida dell’accordo è prevista anche la possibilità di creare una società mista ad hoc, in funzione anche dell’eventuale, ulteriore intervento dei privati nei progetti, in un’ottica di project-financing. Ma qualsiasi tipo di formula, precisa il sindaco, sarà decisa insieme da Comune e Fs.
Grazie agli interventi, sottolinea la Moratti, «verrà eliminato l’effetto “barriera” prodotto oggi da alcuni scali, che dividono in due un quartiere», mentre l’ad Moretti aggiunge che esempi di questo genere esistono a Roma Tiburtina e Torino Porta Susa, «ma con questo accordo a Milano andiamo a intervenire su tutti gli scali cittadini dismessi».

Il primo progetto a partire dovrebbe essere quello dell’area Farini, che è anche il più grande, dato che si estende su circa 600mila metri quadrati. L’area della stazione di Porta Genova invece attualmente è ancora in esercizio ma dovrebbe chiudere in tempi molto brevi.

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