Milano, il "benvenuto" ai turisti: venti dollari valgono cinque euro

Sono oltre 23 milioni gli stranieri che arrivano a Malpensa ogni giorno. E chi deve passare all’ufficio cambi viene spennato. Oltre al costo fisso di 4,90 euro, c’è una commissione del 17,90%. Per legge l’usura scatta al 18%

Milano, il "benvenuto" ai turisti: 
venti dollari valgono cinque euro

Milano - Se in cambio di cento dollari vi restituiscono 47 euro e 70 cent, che pensate? A un errore. Già, uno sbaglio perché, calcolatrice alla mano, cento dollari equivalgono a 72 euro e rotti. Certo, l’agenzia di cambio valute applica giustamente una commissione per il servizio e, quindi, bisognerebbe togliere qualche altro euro. Ma tra 72 e 47,70 c’è una differenza pari a 24 euro virgola 30. E, allora, non resta che chiedere spiegazione.

Ma, sorpresa, non si commettono errori all’agenzia di cambio valute della Maccorp Italiana Spa che si trova al Terminal 1 dello scalo di Malpensa. «Legga bene, please: il servizio applicato è del 17,90 per cento che va sommato a quello fisso di 4,90 euro. Dunque, cento dollari equivalgono a euro 47,70». Tutto regolare, i conti tornano secondo la Maccorp Italiana: «Arrivederci e grazie».

Stupefacente, avete letto bene: per cambiare 100 dollari applicano il 17,90 per cento di spese di servizio. Che, giusto per dare un valore assoluto, significa in vecchio conio qualcosa come trentacinquemila lire. Niente male, davvero: per un’operazione di cambio valuta della durata di due-minuti-due si incassano trentacinquemila vecchie lire. Tasse di servizio davvero di troppo e che, senza forse, non sono il miglior benvenuto per i turisti che sbarcano a Malpensa: ventitré milioni e più di passeggeri che, purtroppo per loro, ad ogni cambio di valuta si trovano spennati. Anche il cambio della valuta finisce quindi nel catalogo del peggio nel settore turistico. Contributo a far perdere terreno in un settore vitale per il Paese, dove pure albergatori, ristoratori e tour operator abbassano i prezzi delle loro offerte per ritornare ad essere nuovamente competitivi.

«Le proteste sono numerose» commentano dagli uffici di polizia: «Ogni giorno c’è sempre qualche straniero davvero nervoso per queste operazioni quantomeno poco trasparenti. Ma l’autorità giudiziaria interviene solo se si raggiunge il tasso ufficiale d’usura che è pari al 18 per cento».

Sono soprattutto russi che si presentano al cambio con un fascio di dollari, che se ne vanno sventolando ricevute salatissime che poi finiscono all’ufficio di polizia: «Qualche anno fa c’era un servizio di change che applicava un prezzo abbordabile anche per le operazioni di poco conto». Adesso, invece, anche per cambiare venti dollari c’è sempre da pagare il 17,90 per cento di servizio che con l’aggiunta di 4,90 euro di servizio fisso equivale ad incassare cinque euro e 85 centesimi.

Conti che, dunque, non tornano mai a favore dei turisti, «persone che si fermano a Milano solo qualche giorno e che non hanno tempo per intentare un’azione legale che, comunque, dovrebbero poi seguire dall’estero».

E quanto accade a Malpensa si replica pure alla stazione di Milano Cadorna, dove - almeno - il dollaro è scambiato a un prezzo più equo: sulla cifra finale pesano però, come allo sportello dello scalo varesino, servizio fisso e servizio del 17,90 per cento. Idem alla Stazione Centrale, in piazza Luigi di Savoia.

Tutti sportelli targati Maccorp che è azienda leader del settore: costituita a Milano nel 1990, conta oggi più di sessanta sportelli che effettuano annualmente un milione di transizioni con un giro d’affari di oltre 200 milioni. «Evidente», chiosano gli operatori della Maccorp «che offrire un servizio ventiquattro ore su ventiquattro ha un costo di gestione alto e di conseguenza le spese per il cliente aumentano». Tutto regolare, insomma.

Possono farlo e al turista (o all’italiano) non resta che reclamare l’intervento dell’Ufficio italiano cambi soltanto se «non sono esposti tassi di cambio e commissioni». Per il resto bisognerebbe scegliere l’agenzia più conveniente che, a Malpensa, significa affidarsi solo alla Maccorp e pagare 17,90 per cento per le spese di servizio e 4,90 per quelle fisse.

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