«Milano è una boa della scuola: per insegnanti e presidi. Qui si arriva per entrare in ruolo perché ci sono i posti, pronti a tornare a casa il più presto possibile». Lo dice senza mezzi termini Mario Guglietti, un preside campano che ricopre lincarico di vicepresidente del consiglio nazionale della pubblica istruzione.
Ma esiste un rimedio, almeno per i presidi?
«Con lattuale forma di reclutamento penso di no. Anche le disposizioni ministeriali più recenti confermano le graduatorie a esaurimento degli idonei. E, attraverso la mobilità interregionale, è possibile abbandonare una sede per approdare in una scuola più comoda».
Come è possibile dal Nord passare al Sud così facilmente?
«Ogni anno in Italia si liberano 700 sedi. Per decessi e per pensionamenti. Del resto Brunetta ha disposto criteri più rigidi appunto per abbandonare il servizio quando si raggiungono 65 anni di età. Di queste sedi che si liberano il 15 per cento sono riservate alla mobilità interregionale. Così chi è stato costretto a occupare una sede scomoda per non perdere la nomina in ruolo, appena può cerca di avvicinarsi a casa».
Esiste una via duscita a questa situazione?
«Occorre cambiare il sistema di reclutamento.
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