È arrivato in aula, con lunica mano che gli rimane, ammanettato a una sedia a rotelle. Ma la sicurezza ha le sue regole. Soprattutto se ti chiami Mohamed Game e sei lunico che in Italia il martire della jihad lo ha fatto davvero. Lobbiettivo fu la caserma Perrucchetti, 12 ottobre 2009. Lordigno artigianale fatto di diserbante e di nitrati saltò in aria insieme a Game lasciando intatta la caserma, ferendo un soldato, e riducendo lui in condizioni pietose. Sono le 10,15 di ieri mattina quando, per la prima volta Game appare in pubblico. É laula dove si processa anche Mohamed Israfel, un giovane libico accusato di averlo aiutato a preparare lattentato. Respira a fatica Game, ma parla. E le sue parole sono quelle di un uomo che non si è piegato: «Lattentato è fallito. Ma farlo era il mio dovere religioso». Poi rivendica la responsabilità dellattacco. «Ho fatto io, da solo. Il giudice chiede: «Era pronto a morire, quando andò alla caserma, o sperava di lanciare la bomba e andarsene?». Qui Game quasi sorride: «Se vogliamo usare la logica... Io ormai sono stato condannato a quattordici anni. E le dico: nessuno entra in una caserma con una bomba pensando di farla saltare e poi uscire».
E aggiunge: «Siccome lItalia sta combattendo in Afghanistan, siccome tutti i miscredenti combattono contro di noi, allora noi dobbiamo combattere contro di loro». Quindi volevate fare degli attentati ai componenti del governo Berlusconi? «Esattamente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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