«Quando abbiamo affermato che Milano era ormai diventata la capitale mondiale dei graffiti, soprattutto vandalici, non alludevamo certamente ad alcun motivo di vanto. Ma intendevamo semplicemente evidenziare come ormai nella nostra città convenissero imbrattatori da ogni dove, sicuri di una impunità consentita da un lassismo normativo distorcente. Ne abbiamo una riprova nellepisodio dei quattro spagnoli sorpresi nellatto di imbrattare le carrozze della metropolitana». Lo afferma il presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici.
«Lufficio studi di diritto penale di Assoedilizia, coordinato da Niccolo Bertolini, rileva come il fatto che questi vandali siano potuti rientrare bellamente nel loro paese, dopo aver semplicemente rassegnato le generalità, e colà attendano lazione penale italiana (querela di parte, processo penale, costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni, ed, in caso di condanna, lesecuzione per il recupero di sanzioni e di danni) deriva dal non essere ancora entrate in vigore le nuove norme penali, contenute nel cosiddetto Decreto Sicurezza che sanzionano il reato di imbrattamento: fra le quali la procedibilità dufficio. In tal caso i bravi ragazzì sarebbero probabilmente tornati a casa, ma con in tasca una bella condanna del giudice italiano: il che fa una certa differenza».