Cronaca locale

Milano è la capitale italiana dell’usura

Roberto Bonizzi

Milano è la capitale dei prestiti a tessi illegali. I dati del rapporto 2005 dell’osservatorio sull’usura e la criminalità economica, promosso dalla Camera di Commercio, inchiodano la città, e la Lombardia in generale, al loro preoccupante primato. Il 43 per cento delle persone segnalate per reati collegati allo strozzinaggio è lombardo. Le regioni meridionali sono molto più staccate con Puglia (18 per cento dei casi), che precede Campania (11%), Sicilia e Calabria (10%). Una pratica illecita diffusa più nel Nord (48 per cento delle denunce) che nel Sud del Paese (47%).
Un fenomeno in crescita, che taglieggia i milanesi. «L’emergenza usura non riguarda solo il Sud Italia e probabilmente le attività di strozzinaggio non sono gestite completamente dalla criminalità organizzata - spiega Livia Pomodoro, segretario generale del centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, commentando le cifre del rapporto annuale -. In questo settore i gruppi di tipo mafioso operano accanto ad altri operatori illegali che sono integrati nel tessuto locale con vari livelli di professionalizzazione».
Una piaga sociale, che non coinvolge solo la malavita organizzata. L’indagine della Camera di Commercio indica anche il profilo del «nuovo usuraio». È una donna (nel 40 per cento delle condanne tra il 1999 e il 2002), con un’età compresa tra i 45 e i 73 anni, incensurata, e chiede tassi d’interesse che vanno dal 10 al 45 per cento mensili. Protagoniste delle estorsioni sono soprattutto donne filippine, quasi un terzo del totale. E un’analisi dei fascicoli giudiziari della Procura di Milano rivela che è sempre più difficile portare a termine i processi per usura. Nel triennio ’99-’02 il 20 per cento dei procedimenti penali per estorsione è stato interrotto. E i tempi della giustizia si dilatano: occorrono tre anni e mezzo per arrivare all’udienza preliminare davanti al giudice.
La situazione appare drammatica. A Milano scendono in campo le istituzioni. Il Comune, da aprile, ha lanciato una convenzione sperimentale con Sos Italia libera, l’associazione creata da Paolo Bocedi per aiutare le vittime dell’usura. «È un’organizzazione che lavora bene ed è accreditata dal ministero degli Interni - spiega l’assessore alla Sicurezza Guido Manca -. Hanno già risolto diversi casi di piccoli imprenditori, artigiani e commercianti, le vittime “classiche” degli strozzini. Attraverso il nostro numero verde (800.667733) di “Un amico in Comune” segnaliamo i casi a Bocedi e alla sua squadra. Loro aiutano le persone taglieggiate, indicando loro i canali ufficiali di difesa, come l’ufficio apposito che esiste in Prefettura».
Anche Palazzo Isimbardi si sta muovendo. Dopo l’apertura di uno sportello per le vittime del racket, Alberto Grancini, che ha le deleghe all’usura, chiede un aiuto da parte delle banche. «Bisogna rendere più facile l’accesso al credito e ridurre gli interessi applicabili - dice l’assessore provinciale -. In un periodo che vede la precarietà dei contratti di lavoro lanciamo i fondi di garanzia per i lavoratori atipici.

Hanno già aderito Mps e Bpm, ma speriamo di raccogliere altri sostenitori per aumentare il valore dei contratti accessibili, senza necessità di garanzie da parte di terzi, per gli atipici».

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