Milano, Cdl in fuga E il sindaco ideale sembra la Moratti

Giannino della Frattina

da Milano

Svincolato da logiche di partito (23,6 per cento), tecnico e non politico di professione (21,9), importante punto di riferimento culturale (10,9), con esperienza di gestione in enti pubblici complessi (10,5), buon imprenditore (10,3). E, soprattutto, di centrodestra (51,9). Un identikit molto preciso quello disegnato dai milanesi per indicare il nuovo sindaco che dovrà uscire dalle elezioni di primavera. È quanto risulta da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerche Euromedia research su un campione prestratificato di 2mila milanesi intervistati telefonicamente tra il 6 e il 10 ottobre.
Un ritratto che assomiglia moltissimo al ministro Letizia Moratti, il nome già indicato dal premier Silvio Berlusconi per succedere, dopo nove anni di amministrazione, a Gabriele Albertini. I dati sono piuttosto chiari. La Casa delle libertà è in grande vantaggio con il 51,9 per cento dei consensi e stacca di molto l’Unione ferma al 41,3. A cui si potrebbe aggiungere un 1,2 per cento del Nuovo Psi. Totale 42,5 e quasi dieci punti di distacco. Tiene Forza Italia al 29,1, in calo rispetto al boom del 2000 e 2001, ma assestata sui risultati delle europee 2004 e delle regionali 2005. Tengono anche Alleanza nazionale al 10,3, l’Udc al 3,5 e la Lega ancora in crescita al 7,7. In netto progresso il centrodestra rispetto al 45,51 del 2004 e al 51,34 del 2005. Scende, invece, di oltre due punti (41,3 contro il 43,6 )il centrosinistra rispetto alle ultime europee e alle regionali di giugno. Buono il risultato delle liste civiche con Ombretta Colli, ex presidente della Provincia di Milano, capace di raccogliere un 2,1 per cento e l’udc Bruno Tabacci allo 0,5. Indecisi il 15 per cento degli interpellati, mentre non andrà a votare un intervistato su quattro.


Interessante anche la graduatoria dei problemi considerati più incombenti dai milanesi che temono soprattutto l’inquinamento (55,4 per cento), il costo della vita (46,6), il traffico (44,8), la sicurezza (35,6), gli extracomunitari (32,4). Solo l’8 per cento si lamenta di una «scarsa attività culturale» e meno di uno su dieci lamenta la «scarsa preparazione dei politici al governo della città».

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