«Via da Milano chi è senza reddito» Scontro tra la Moratti e il governo

Il sindaco: «Fuori dal territorio gli immigrati che non lavorano». Gelo di Minniti: «Principio inapplicabile»

(...) Come del resto, chiosa Franco Frattini, è previsto dalla direttiva europea. «Via dall’Italia - spiega il vicepresidente della Commissione europea - chi commette reati, ma anche chi non si sa come faccia a vivere. Tre mesi per trovare un lavoro e poi fuori. Con espulsioni effettive organizzate in collaborazione con il governo della Romania. Non operazioni solo di facciata con estradati che il giorno dopo tornano indietro».
Concetti semplici e chiari per tutti? Nemmeno per sogno. «L’espulsione dei cittadini stranieri per la mancanza di reddito sarebbe inapplicabile». A dirlo non un capopopolo qualunque, magari della sinistra estrema, ma nientepopodimeno che il sottosegretario all’Interno Marco Minniti. Un alfiere della sinistra riformista e progressista, quello che i sindaci delle grandi città hanno ottenuto dal premier Romano Prodi come interlocutore per elaborare l’ormai famigerato «pacchetto sicurezza». Uno, insomma, che i problemi dovrebbe risolverli. E, invece, aria fitta. Per il centrosinistra più di governo che di lotta (alla criminalità), niente espulsioni. Teniamoci pure chi, non avendo lavoro, per sopravvivere non può far altro che delinquere e finire in mano alla criminalità più o meno organizzata. Furti, rapine e magari quando ci scappa anche un omicidio. E il governo? Se la prende con le vittime, che è più facile. «Le ronde di cittadini che vogliono farsi giustizia da soli? - stigmatizza Minniti - È evidente che non sono uno strumento democratico. Su questo è necessario da parte di tutti dire una parola chiara se non si vogliono alimentare la xenofobia e l’intolleranza». Dagli al razzista, quindi, che non si sbaglia mai. I criminali, intanto, in giro liberi.
Milano non può far altro che rispondere con la sua ricetta. «Accoglienza - ricorda la Moratti - e legalità. Ai nomadi di Triboniano abbiamo chiesto il rispetto delle regole: bambini a scuola e non a mendicare o a prostituirsi, un lavoro, il rispetto delle norme igienico sanitarie». E il governo? «Riveda il pacchetto, convochi nuovamente i sindaci per inserire l’espulsione per chi non ha lavoro, la prova a carico dell’immigrato di una permanenza sul territorio inferiore ai tre mesi e la trasformazione dei disegni di legge in un decreto con applicazione immediata».
«Minniti e il ministro Giuliano Amato - aggiunge il vicesindaco Riccardo De Corato - devono evitare giri di parole. Per essere effettive le espulsioni, sia per motivi di sicurezza che per mancanza di sostentamento, devono essere obbligatorie, immediate e forzate. Il resto sono chiacchiere». E ricorda che a Milano ha già censito 900 rom romeni agli angoli delle strade, di cui 40 nell’ultimo mese solo nell’asse piazza Duomo-Castello.

A cui vanno aggiunti i 520 identificati, tra cui 260 minori, nei 12 campi autorizzati. «Chi al secondo controllo - precisa - sarà trovato senza i requisiti, ovvero un lavoro e un’assistenza sanitaria e la registrazione all’anagrafe, sarà rimpatriato».

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