MilanoPrima di volare alto è meglio dare unocchiata per terra e sui muri e spazzare via quel che non va. E prima di invitare milioni di persone è preferibile dare una ripulita alla casa. Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con gli Stati generali per lExpo, dice la sua sulle urgenze in vista del 2015. E al punto numero uno mette la sporcizia di Milano. «Non si può pensare che nel mondo si scomodino a venire in una città che non è pulita» spiega il presidente del Consiglio, facendo sobbalzare sulla sedia il sindaco, Letizia Moratti. Aggiunge: «Credo che Milano debba urgentemente imparare a essere una città pulita. Nelle strade ci sono troppi graffiti. Troppa sporcizia deturpa la città».
La pulizia non è la sola criticità segnalata dal premier. Per far funzionare lExpo, aggiunge Berlusconi, bisogna smetterla con le liti («il tempo delle discussioni e delle polemiche deve essere alle nostre spalle») e pensare un po più in grande, anche nei progetti per il sito: «Non possiamo limitarci a progettare qualche padiglione espositivo come fosse una fiera campionaria». Inoltre è necessario rilanciare il turismo: «Milano deve fare di più. I visitatori che vengono devono andare via contenti per tornare con amici e familiari».
La priorità resta mettere al lavoro i netturbini: «Se vogliamo che Expo abbia successo, dobbiamo tenere pulita Milano e il suo circondario». Interventi da realizzare immediatamente: «Non si possono più avere alibi: abbiamo appena approvato il decreto sicurezza che contiene misure anche contro i graffitari». Lobiettivo finale è più ampio: «Dobbiamo entrare nella classifica mondiale delle città più vivibili». Il modello è Hokkaido, dove Berlusconi è stato lanno scorso per il summit dei capi di Stato e di governo del G8, dove si è discusso proprio di crisi alimentare (il tema dellExpo è «Nutrire il pianeta. Energia per la vita»).
Non è la prima volta che Berlusconi sottolinea quanto Milano sia sporca e poco attenta al decoro urbano (in campagna elettorale aveva anche detto che passeggiando per il centro della città sembra di essere in Africa). A dire il vero il presidente del Consiglio ha criticato anche Roma per lo stesso motivo, segno che ritiene il degrado una specie di emergenza nazionale. Perfettamente daccordo con lui il presidente della Regione Lombardia. «Ripulire Milano è un invito da raccogliere. Guardate anche voi se non ha ragione...» sorride Roberto Formigoni.
Letizia Moratti cerca di difendere limmagine della città. «Il problema sono i graffiti e non la sporcizia» minimizza il sindaco e cita indagini di customers satisfaction secondo cui i cittadini sono soddisfatti della pulizia delle strade, meno di quella dei muri. La lotta ai graffitari è stato uno dei temi forti della sua campagna elettorale del 2006, sono molte le foto che la immortalano armata di grembiule e spazzolone per ripulire i palazzi imbrattati con la vernice.
Largomento è spinoso, sia perché i risultati lasciano a desiderare nonostante la montagna di denaro investita («20 milioni di euro negli ultimi due anni e il 25 per cento dei muri è stato già risporcato» ricorda il sindaco), ma anche perché la Moratti antigraffitara ha scatenato più volte le ire dei custodi dellarte di strada, da Vittorio Sgarbi, avvocato dufficio dei writers, fino a Umberto Bossi. Nel novembre dellanno scorso il Senatùr non aveva apprezzato limpegno a ripulire Milano del sindaco. «Bacchettona, con tutto quel che cè da fare» il commento raggelante, ispirato allanima movimentista della Lega, sintetizzata dalla frase «i muri sono i libri dei popoli».
I milanesi però, con Berlusconi in testa, continuano a non gradire i libri sporchi. Così la Moratti assicura che userà le nuove misure contenute nel pacchetto sicurezza per risolvere la questione.
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