«Milano diventi la casa dei creativi»

Il ministro sul Salone del mobile: «Una sfida che la città si sta giocando fino in fondo»

Sabrina Cottone

«Milano può diventare la casa dei creativi» dice Letizia Moratti. È un obiettivo a portata di mano ma non è ancora realtà, perché anche se nell’immaginario collettivo la città è la capitale del lavoro creativo, non lo è ancora nei fatti: è in costante avanzamento e recupero ma al primo posto in Italia resta Roma. Così il candidato sindaco della Casa delle libertà mette il traguardo tra i programmi della sua giunta e lo fa alla vigilia del via al Salone del mobile, una delle fiere di settore più importanti e trendy del pianeta: «Con i suoi duecentomila visitatori attesi e gli oltre duemilacinquecento espositori che vengono da tutto il mondo, è una sfida che Milano, città della creatività, sta giocando fino in fondo».
Quel che è certo è che la città grazie al Salone ha una marcia di più e le ultime ricerche della Camera di commercio indicano Milano come la città in cui la richiesta di occupati creativi è più alta. Al Comune il compito di valorizzare il settore. «Bisogna offrire luoghi perché la creatività possa svilupparsi, dal progetto al prodotto, realizzando un’industria della creatività» è il progetto che la Moratti illustra al Super Studio Più di via Tortona, durante un incontro con cento creativi milanesi, tra designers, architetti, stilisti e giornalisti. La scelta degli spazi non è casuale: «Ci troviamo in uno dei luoghi simbolo della creatività milanese, facciamo in modo che questo luogo e questo incontro siano un esempio per la costruzione di altri spazi artistici in Città».
L’obiettivo è ambizioso ma possibile: «Milano è polo di attrazione per tanti che fanno della creatività un mestiere, bisogna trovare loro una casa e tornare ad attirare attorno alle nostre strutture accademiche e culturali i migliori talenti internazionali». In città non mancano certo gli spazi di eccellenza, come la Triennale, il Museo della Scienza e della Tecnica, l’Accademia del Design. Moratti intende valorizzarli e promette di andare oltre: «A questi luoghi dobbiamo affiancarne altri che abbiano il ruolo di veri e propri laboratori, di incubatori dove si possa sperimentare l’uso di nuovi materiali e tecnologie favorendo contaminazioni di conoscenze e competenze diverse».
Il capitale umano è certamente all’altezza: Milano è una delle città più creative d’Italia, ha un lavoro creativo quasi un occupato su tre e la città è al primo posto per la diffusione di tecnologie e reti telematiche. I creativi non solo sono in aumento, ma sono molto giovani, concentrati tra i 31 e i 40 anni. E le categorie sono le più svariate.

La Moratti prova a elencarle: «Oggi Milano ospita e dà lavoro a migliaia di architetti, designer, stilisti, grafici e pubblicitari, ma anche a moltissimi artigiani raffinati, grandi chef e ristoratori, tutti in grado di misurarsi con le migliori professionalità mondiali».

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