Milano, Firenze, Roma e Treviso: patto antismog

L’obbiettivo è attivare azioni comuni per dare respiro alle città. Pronto un decalogo

Milano, Firenze, Roma e Treviso: patto antismog

Un patto contro l’inquinamento. Ieri lo hanno già stretto Milano, Firenze, Roma e Treviso, ma l’invito è aperto anche alle altre grandi città, e con Torino e Bologna sono già in corso contatti. L’obiettivo è di arrivare a tanti «protocolli di Kyoto» locali, con una serie di obiettivi comuni per tutti. «Bisogna pensare globalmente e agire localmente», sostiene il presidente milanese della Commissione Ambiente, Giovanni Terzi. La questione ambientale, sottolinea, «è seria, e bisogna individuare delle strategie politiche comuni assolutamente bipartisan, che superino cioè le divisioni tra gli schieramenti politici tradizionali». Il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma Ivana Della Portella, quello di Firenze Gregorio Malavolti e di Treviso, Marco Visentin, ospiti ieri a Palazzo Marino, si sono associati al collega milanese e dato il via al patto, presentando i propri progetti in tema di ambiente ai consiglieri comunali. Tra due settimane è già previsto un secondo incontro nella capitale, e in quella sede stileranno un decalogo di interventi anti-inquinamento da sottoporre ciascuno alle rispettive amministrazioni in sede di discussione del bilancio.
«Metteremo a punto un ordine del giorno di iniziative congiunte - conferma Della Portella -, occorre una piattaforma comune, al di là delle ideologie politiche. Alcune questioni di natura globale possono essere risolte solo con reti sistemiche più piccole». Malavolti ha aggiunto che «se crediamo in questo obiettivo, la fase della previsione di bilancio è quella cruciale, perché per realizzare piste ciclabili e busvie ci vogliono poi finanziamenti». A Firenze, ha spiegato, «stiamo promuovendo incentivi per l’utilizzo dell’olio di colza nelle caldaie».

Visentin, presidente della Commissione a Treviso, ha ammesso che «la nostra è una città più piccola, ma soffre questi problemi più di altre per l’altissima concentrazione di aziende. Aderiamo al patto soprattutto come tavolo tecnico e di confronto».

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