Milano - La Fondazione Pirelli, costituita nel 2009, apre l’archivio storico che raccoglie documenti, immagini e oggetti di design della storia del gruppo dalla sua nascita, nel 1872, a oggi. Lo hanno annunciato il presidente del gruppo Marco Tronchetti Provera, Alberto e Cecilia Pirelli e Antonio Calabrò, direttore della Fondazione. La Fondazione ha recentemente acquisito le carte di Alberto Pirelli, figlio del fondatore Giovanni Battista Pirelli e del figlio Leopoldo Pirelli.
La Fondazione ha riportato l’Archivio storico Pirelli nel quartiere industriale milanese della Bicocca, in una palazzina degli anni ’30 appositamente restaurata: l'Edificio 134. Qui saranno messi a disposizione della comunità scientifica e delle società del gruppo i documenti, le fotografie, i filmati e i materiali grafici e pubblicitari che costituiscono una massa - ora completamente ordinata e custodita in ambienti ad hoc - che è tutelato dal 1972 dalla Sovrintendenza archivistica.
"Per la famiglia è un momento molto bello e importante - spiega Alberto Pirelli, l’altro figlio di Leopoldo, vice presidente del gruppo - di una storia che abbiamo vissuto in prima persona e attraverso i racconti di mio padre e le testimonianze del mitico nonno Alberto". "Tutto questo materiale racconta di un’azienda che non si è mai tirata indietro nei momenti difficili e di fronte alle sfide, e che simboleggia la capacità di innovazione del nostro paese", aggiunge presidente Pirelli Marco Tronchetti Provera.
Nell’archivio si possono trovare l’atto costitutivo (1872), la richiesta di brevetto del primo pneumatico (1901), ma anche la sceneggiatura di Alberto Moravia per un film, mai realizzato, sugli operai milanesi (1947). La sezione fotografica contiene migliaia di immagini fotografiche (stampe, negativi, diapositive) che ritraggono la vita dei 187 anni della Pirelli, con 300 film su pellicola e nastro magnetico dal 1912 ai giorni nostri. Poi centinaia di bozzetti originali e manifesti pubblicitari firmati da designer come Plinio Codognato, Riccardo Manzi, Bob Noorda, Gino Boccasile, oltre alla riproduzione nel formato gigante del gatto Meo in gomma di Bruno Munari.
Ai disegni si aggiungono le immagini fotografiche degli stabilimenti Pirelli di Gabriele Basilico, Luca Comerio e Carlo Furgeri Gilbert, che raccontano la storia quotidiana di lavoratori e fabbriche del mondo Pirelli. A testimoniare le innumerevoli vittorie nello sport di Pirelli si possono anche ammirare le fotografie di Antonio Brivo al Gran Premio di Monza del 1932, del vincitore della Milano-Sanremo dello stesso anno, Alfredo Bovet, e di Juan Manuel Fangio in Argentina (1949), alle quali si aggiungono l’immagine del pallone aerostatico Pirelli (1912) e le altre foto storiche di automezzi degli anni Trenta e Quaranta che montano le gomme con P lunga.
Significativi anche gli oggetti in vetrina, tra cui si può ammirare una copia del primo Calendario Pirelli del 1964 di Robert Freeman e diversi prodotti che hanno fatto la storia industriale del gruppo: una maschera antigas del 1939, alcune palline da tennis del 1966, una boule dell’acqua calda e una maschera subacquea degli anni Settanta. Le scarpe con tacco a spillo in vernice rossa indossate da Carl Lewis nella celebre pubblicità Pirelli “Power is nothing without control” del 1994 possono essere apprezzate accanto agli ultimi innovativi pneumatici Pirelli Cinturato P7 per auto, Diablo Rosso Corsa per moto e Regional per camion, tutti creati con le più recenti tecniche di produzione e con particolare attenzione alle loro caratteristiche green. Sui monitor della sala di esposizione sono proiettati alcuni dei 300 film e dei numerosi caroselli che arricchiscono il patrimonio audiovisivo dell’Archivio Storico Pirelli. Dai cavernicoli "Mammut Babbut e Figliut", diventati dei cult degli anni Sessanta, al Fangio di "Extraordinario!" mentre affronta le curve della pista di Monza. All’interno della collezione dei film è possibile trovare, tra gli altri, le riprese della visita del re Vittorio Emanuele III agli stabilimenti di Bicocca nel 1927 e il film "La fabbrica sospesa" di Silvio Soldini del 1985. A questi si aggiungono i video di backstage degli ultimi Calendari Pirelli, che mostrano i particolari set utilizzati per le produzioni del calendario più famoso al mondo.
Nella sede della fondazione è esposto in modo permanente anche il disegno originale e la realizzazione a mosaico de "La Ricerca Scientifica", di Renato Guttuso, del 1961. In quell’anno si aprì a Torino l’Expo "Italia '61", dedicato al primo centenario dell’Unità d’Italia: Pirelli era tra gli espositori, con un proprio padiglione dedicato alla ricerca scientifica e ai suoi metodi di indagine. Al maestro siciliano Renato Guttuso fu affidato il compito di sintetizzare visivamente "il lungo cammino percorso dall’uomo nella conoscenza della natura e delle sue leggi. Allo scienziato primitivo che studia il cielo e le stelle, la terra appare piatta e sterminata. Ai moderni scienziati che penetrano lentamente, con strumenti sempre più perfezionati, i misteri della materia e della vita, la terra si svela come un porto affascinante proteso verso gli spazi". (editoriale "Arrivederci al 2011" attribuito ad Arrigo Castellani, Rivista Pirelli n°4 agosto 1961) .
Guttuso disegnò un gigantesco coloratissimo bozzetto di oltre cinque metri di base per oltre tre di altezza, tanto grande da dover essere suddiviso in tre parti. Il disegno fu poi affidato ai Maestri Mosaicisti dell’Accademia delle Belle Arti di Ravenna, che trasformarono la visione di Guttuso in mosaico in scala 1 a 1. Il mosaico campeggiò nel padiglione Pirelli a Torino per tutta la durata dell’Expo. Finita la kermesse del Centenario,fu trasferito presso il Laboratorio Cavi di Bicocca - da poco completamente rinnovato - e poi, in anni recenti, esposto presso il Fabbricato Ricerca e Sviluppo Pneumatici. Con la ristrutturazione del Fabbricato 134 e la sua elezione a sede della Fondazione Pirelli, il mosaico ha trovato la sua collocazione definitiva nella Sala Consultazione al primo piano.
Sui bozzetti originali, però, dopo il 1961 scese l’oblio. Divisi com’erano in tre parti, presero addirittura strade diverse pur restando all’interno dei confini di una Bicocca che andava trasformandosi giorno dopo giorno. Una "caccia al tesoro" durata alcuni mesi, nel corso del 2009 ha consentito di localizzare e riunire i tre cartoni, che pur mantenutisi in buone condizioni sono stati inviati presso un laboratorio specializzato per un restauro conservativo.
A disposizione dei visitatori della mostra e dell’intero Archivio Storico Pirelli, che sarà aperto al pubblico e ricercatori da lunedì a venerdì su appuntamento dalle ore 9.00 alle ore 17.
30 con accesso da Viale Sarca 222, anche una postazione interattiva Surface con schermo multi touch che consentirà di accdi accedere a documenti, fotografie e disegni conservati nella Fondazione con semplici percorsi informatici e tag. Sito internet: www.fondazionepirelli.org
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.