MilanoPer qualche istante la motorizzazione civile di Milano sembrava il set di un film catastrofista, tra volanti, ambulanze, mezzi dei vigili del fuoco, compreso il carro «Ncbr», «Nucleare, batteriologico, chimico e radiologico». Sè infatti pensato a tutto, compreso lattacco terroristico, quando una ventina di persone hanno iniziato ad accusare sintomi di intossicazione. Alla fine 18 sono state assistite dal personale medico, due sono finite in ospedale, nessuna grave. I pompieri hanno poi esaminato laria senza trovare nulla, oltre il consueto inquinamento, anche se gli uffici rimarranno chiusi fino a ulteriori esami. Non è tuttavia la prima volta che scatta un simile allarme: a giugno fu sgomberato un mercato comunale per cinque intossicati, non si è mai capito da cosa.
Lallarme è scattato ieri alle 16 in via Cilea, estrema periferia nord di Milano, quando un addetto alle pulizie ha cominciato a sentirsi male. Gola in fiamme, tosse, occhi gonfi di lacrime, e ha chiamato aiuto facendo accorrere altri dipendenti. «Allimprovviso non si respirava più, si sono sentiti male non solo gli impiegati, ma anche i clienti che erano agli sportelli», ha raccontato una dipendente, spiegando come in particolare le esalazioni avessero invaso lufficio immatricolazioni. «Nessun cattivo odore solo si respirava con fatica e gli occhi lacrimavano, così è stato dato lallarme».
In pochi minuti si è sparso il panico tra gli uffici, che ospitano circa 200 impiegati. «Ero fermo in coda allo sportello 31 - ha riferito Giorgio Panerai, 38 anni milanese -: allimprovviso loperatore è schizzato via. Siamo rimasti, con unaltra ventina di utenti, per oltre mezzora prima che pompieri e poliziotti ci facessero uscire. Se cera veramente un gas tossico chissà che fine avremmo fatto». A quel punto tutti schizzavano allesterno, dove cinque ambulanze e unauto medica cominciano già a visitare gli intossicati.
Alla fine saranno 18 di cui due, laddetto alle pulizie e un utente, hanno chiesto il ricovero allospedale Sacco. Nel frattempo i vigili del fuoco esaminavano laria degli uffici, uscendo poi stringendosi nelle spalle: nessuna traccia di gas nervini, agenti tossici o sostanze chimiche pesanti. Hanno diffidato la Motorizzazione a riaprire se prima lAgenzia regionale per lambiente, non avrà accuratamente esaminato ledificio e tutti suoi impianti tecnici. «I vigili del fuoco hanno escluso la presenza di elementi velenosi nellaria - ha tranquillizzato lassessore comunale alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna - quindi nessun pericolo per gli impiegati ma neppure per i residenti di via Cilea».
È già il terzo allarme del genere scattato in città negli ultimi tempi. Il primo il 16 giugno quando una ventina di persone rimasero intossicate allinterno della piscina comunale di Monza.
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