Cronaca locale

Milano, I love you. Parola di studenti stranieri

Nuova conferma di qualità per le università milanesi. Dopo gli ottimi risultati ottenuti nella classifica del ministero dell’Istruzione, dove Politecnico, Bicocca e Statale si sono posizionate rispettivamente terza, sesta e undicesima, conquistando fondi più consistenti, gli atenei meneghini - non solo quelli pubblici - si confermano anche polo d’attrazione per «giovani talenti» internazionali. Secondo la ricerca della fondazione Rui «Milan international students: attrattività e risposte della città a bisogni e aspettative degli studenti stranieri», dal 2001 il numero dei giovani provenienti dall’estero che hanno scelto di studiare a Milano è infatti raddoppiato, passando da 4.992 a 11.727.
Il parere dei ricercatori è che i risultati non siano imputabili al recente successo dei programmi di scambio internazionale, ma a un vero e proprio aumento degli stranieri iscritti ai corsi milanesi, oggi più del 6% degli immatricolati contro il 2,9% di otto anni fa.
Benché oltre la metà degli studenti sia di origine europea, l’indagine pone in grande evidenza un forte incremento di giovani provenienti da altri continenti, in particolare dall’Asia e dall’America Latina.
Se l’Albania, con il suo 18%, resta infatti il principale «esportatore» di universitari, in soli cinque anni gli studenti cinesi sono passati dall’1 al 7%.
Ed è assai rilevante anche la presenza di iraniani e peruviani, rispettivamente pari al 4% e al 5%.
Milano si conferma dunque la più internazionale tra le città italiane, con una percentuale di studenti stranieri che si aggira intorno al 6%, contro una media nazionale che non raggiunge il 4%.
Meglio anche di Siena e Perugia che ospitano atenei specificamente dedicati a chi viene dall’estero. La parte del leone la fanno in particolare l’Università Bocconi (15,9%) e il Politecnico (8,4%), probabilmente perché specializzate in corsi di laurea che rientrano negli indirizzi di maggiore interesse e perché ospitano anche corsi di laurea dove la lingua madre è l’inglese. Le facoltà più gettonate sono poi quelle scientifiche, con Economia (29%) e Architettura (14%) in prima linea, seguite a breve distanza da Ingegneria (9,5%) e Scienze politiche (8,5%).
«Dalla ricerca - spiega Andrea Mascaretti, assessore comunale alle Aree cittadine e consigli di zona - emerge che gli studenti stranieri che hanno scelto Milano lo hanno fatto per la sua fama internazionale, la qualità accademica dei suoi atenei e la sua posizione logistica favorevole e strategica: al centro di attività internazionali e vicina alle città d'arte.
Milano conferma così il suo primato di città della moda, del design, dell’economia e dell’industria». Un quadro positivo sia delle università sia della città, ma con qualche aspetto da migliorare.
Se, da una parte, tutti rilevano la cortesia dei milanesi e le bellezze, a volte nascoste, della città, non manca infatti chi segnala difficoltà di comunicazione con docenti e studenti che spesso non parlano inglese.
Anche se il vero tasto dolente sembra essere quello economico, dal costo degli affitti, alla scarsità di borse di studio, ai salari troppo bassi. Un punto su cui lavorare, non solo per gli stranieri.


Chissà che i fondi in arrivo dal ministero non possano essere d'aiuto almeno per le università pubbliche.

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