(...) Sia nellincontro con i giornalisti che nelle due omelie della giornata, il cardinale si concentra sui punti che uniscono, a partire dal fatto che la gran parte degli immigrati condivide «la stessa fede in Gesù Cristo» e lappartenenza alla «famiglia umana». Critica latteggiamento che vede in molti cittadini e anche in numerosi fedeli: «Pensando a voi, ai migranti, la maggioranza di chi è milanese da più generazioni pensa alle differenze, le giudica forse insormontabili, spesso vi guarda con qualche pregiudizio».
Invece linvito del cardinale ai milanesi è «a uno slancio di generosità di fronte al dolore della vita e alle difficoltà che oggi in particolare la vita incontra, in seguito a questa crisi economica e finanziaria che è pesante per tutti, ma soprattutto per gli immigrati». Un appello che richiama il Fondo lavoro-famiglia lanciato la notte di Natale e che Tettamanzi estende agli immigrati, chiedendo loro di essere solidali luno con laltro: «Se una famiglia, che conoscete ed è vostra amica, si trova in difficoltà, non vi veda indifferenti o chiusi di cuore. Non aspettiamo che siano gli altri, le istituzioni e le diverse forme di volontariato, ad aiutarvi. Anzitutto datevi da fare tra voi, sostenetevi a vicenda».
Apprezza la prolificità degli immigrati, anche se invita le tante donne straniere che abortiscono a cercare aiuto quando sentono «la tentazione di liberarsi di una vita ancora non nata». Il cardinale ha in mano dati sullalto tasso di ricorso agli aborti da parte delle immigrate e ne è rimasto molto colpito: «Chiedo a voi di non lasciarvi contagiare da quella cultura contraria alla vita che si sta diffondendo».
«Milano per gli immigrati deve fare ancora di più»
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