«A Milano mi sento a casa ma ogni volta è un debutto»

Da stasera al San Babila con la commedia di tradimenti «Alla stessa ora il prossimo anno»

«A Milano mi sento a casa ma ogni volta è un debutto»

I tradimenti dividono. La più colossale delle ovvietà però vale anche in senso inverso. Per due strade che si separano altre due si uniscono. Al di là delle dinamiche di coppia - fra moglie e marito non mettere il dito - l'adulterio a teatro ha anch'esso due facce distinte. Quella di chi lo snobba come un tema ormai consunto e consumato. E quello di chi, alle spalle di un bel paio di corna, continua a sghignazzare e divertirsi. Insieme a Gaia De Laurentiis, Marco Columbro è il protagonista della pièce di Bernard Slade Alla stessa ora il prossimo anno , in scena da stasera al San Babila. Piatto forte: l'amante.

E allora, Marco, il tradimento che faccia ha?

«Accattivante, non c'è che dire. E non passa di moda. I due personaggi della commedia sono meravigliati e in preda ai sensi di colpa dopo l'ondata passionale. Ma in fondo si trovano bene e decidono di ripetere l'esperienza ogni anno, lo stesso giorno, nello stesso posto».

Bizzarro...

«Certo che sì, però c'è sicuramente qualcuno che lo fa. E dopo quel giorno comincia a contare quanto manca al prossimo appuntamento. In fondo è attesa ed esplosione ormonale».

Corna consapevoli, insomma.

«Chi dice o invita alla fedeltà è ipocrita. L'adulterio fa parte della coppia e talvolta può addirittura accrescerne l'amore. Oppure è la conseguenza di una lunghissima relazione con la stessa persona. O infine è dovuto al fatto che gli esseri umani - maschietti e femminucce - si innamorano. Può capitare, quindi. Inutile negarlo o escluderlo a priori».

Resta tuttavia un tema ricorrente.

«Dipende da come lo si tratta. Questa commedia è originale. Ogni quadro corrisponde a un incontro e l'intervallo è di un lustro. Le scene si alternano con la proiezione di filmati su come è cambiata l'America. E, naturalmente, i due amanti. Anche per loro passano gli anni».

E diverse saranno le risposte...

«Lo sono per i personaggi e per il pubblico. Non sempre ridono, ad esempio. In Sicilia le platee sono opposte. Sulla costa si divertono, nell'entroterra sono seri. I mariti si arrabbiano se le mogli sorridono in tema di corna. E le donne, per non creare attriti, restano impassibili. Sconcertante».

A Milano invece sa la ridono.

«Qui sono smaliziati. E forse si immedesimano perfino. O ne sanno più del drammaturgo».

Lo sai perché qui sei di casa.

«Milano mi vuole bene, ma come diceva Eduardo “gli esami non finiscono mai”. Però è la mia prima volta al San Babila. E sono curioso perché il teatro ha questo di meraviglioso. Non si ripete mai. Ogni sera è diversa. Ma nessuno lo capisce».

E nel futuro sempre prosa...

«Calcolando che per la tv sono obsoleto, direi di sì».

Non sei obsoleto. È venuto a mancare un genere intero, il varietà.

«Con L'isola dei formosi , Porte a parte e piazze varie c'entro poco. Effettivamente».

Consolati, recitando ogni sera, non ti devi sorbire la tv.

«Mi piace Sky. Guardo Csi, i film e altre fiction. Il resto è una pena. Lo ammetto».

All'orizzonte...

«Lavorerò fino al 2018, perché ho già preso una serie di impegni».

Non ti risparmi.

«Meglio recitare che timbrare il cartellino».

Coraggio, ancora due mesi e sei in vacanza...

«In autunno saro in tournée con una nuova commedia. E un nuovo partner. Maschile, stavolta».

Ancora Enzo Iacchetti.

«Purtroppo lui lavora».

Perché purtroppo...

«Perché se non lavorasse avrei risolto il problema di un bravo compagno di palcoscenico».

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