A Milano Il partito di Pierferdy quasi sparito: conta meno del «Movimento cinque stelle»

E a Milano Casini conta come Beppe Grillo. La «gara» fra Udc e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo finisce con Savino Pezzotta (2,84%) che ammette che più di così non potevano fare. Prova a dire lo stesso che è un grande risultato e a vedere uno spiraglio di luce. Ma poi alza bandiera bianca di fronte a quella che può essere letta soltanto come una sconfitta. Del suo partito innanzitutto e del suo leader. «Abbiamo dovuto scalare l’Everest - spiega il candidato dell’Udc - e dopo un’alleanza di quindici anni, presentarsi da soli e convincere il nostro elettorato a rivotarci, credo sia un grande risultato. Di più non potevamo fare».
Eccoli gli eredi della vecchia Democrazia cristiana, quelli che hanno voluto portare avanti una continuità che, oltre a essere politica, era anche giuridica nella scelta del simbolo che li rappresenta. Eccola, la formazione di Casini battuta dal popolo di Grillo. Da uno che di professione fa il comico, e non il politico e che l’altra settimana è riuscito a riempire piazza del Duomo.

Che punta tutto su internet e col voto telematico ha portato a Vito Crimi, il candidato alla Regione Lombardia del Movimento Cinque Stelle più del 3% delle preferenze, mettendo in crisi il Pd e dando fastidio all’Idv. Lui, Vito Crimi gongola. Il vecchio Savino Pezzotta un po’ si vergogna.

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