Milano più bella in 10 mosse (e quasi 9 milioni)

Tra i progetti anche il rilancio della «Grande Brera»: la Pinacoteca fra due anni avrà gli spazi dell’Accademia

Gioia Locati

Milano più bella. Vicina all’Europa, come cantava Lucio Dalla, ma anche all’arte. Ricca di tesori da riscoprire. Da ristrutturare, lucidare, esibire. È questo il senso di «Milano più bella», il progetto presentato ieri dal ministro Rocco Buttiglione, dall’assessore Stefano Zecchi e dalla direttrice regionale del ministero in Lombardia, Carla Di Francesco. Un megafinanziamento, 8 milioni e 650mila euro, per ridare splendore a 10 monumenti milanesi. Dall’Arco della Pace («ristrutturazione attesissima dalla cittadinanza» ha detto Zecchi) alla Sala delle Cariatidi nel Palazzo Reale («erano 60 anni che si aspettava un intervento simile» ha aggiunto Zecchi) all’ala settecentesca di Palazzo Litta. «Finalmente è arrivato il sì del Demanio - ha spiegato Di Francesco - il palazzo verrà destinato in parte agli uffici del ministero e in parte alle attività culturali per tutti». E ancora: interventi al palazzo di Giustizia («dotato di una vera e propria galleria di arte moderna sconosciuta ai più» ha aggiunto Di Francesco), al santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, alla Torre del Circo romano nel complesso di San Maurizio, alla collezione di tavolette da soffitto del museo Poldi Pezzoli, al parco dell’anfiteatro romano e al gruppo scultoreo nella chiesa del Santo Sepolcro («gioielli artistici che solo un’indifferenza colpevole ha trascurato», parole di Zecchi). Infine, oltre 4 milioni di euro a ultimare il progetto della «Grande Brera». In proposito l’assessore Zecchi ha spiegato: «È già stata fatta la gara, il ritardo è dovuto al passaggio di competenze dal ministero all’Accademia che, equiparata alle università, ha ottenuto l’autonomia. Tra due anni finiranno i lavori, palazzo Citterio verrà consegnato all’Accademia e la Pinacoteca sarà più ampia: avremo uno spazio museale fra i più importanti d’Europa».
Il ministro Buttiglione ha ricordato che «la vocazione culturale della nostra città è stata messa in ombra prima dal prepotente sviluppo industriale e poi dall’altrettanto potente sviluppo del terziario. Il ministero ha deciso questi interventi proprio per rilanciare l’immagine artistica di Milano». Come sono stati trovati i soldi fra un taglio e l’altro al bilancio dei Beni culturali? «In parte attraverso i fondi della programmazione ordinaria per l’anno 2006 - ha spiegato Buttiglione - in parte spostando i finanziamenti da quelle opere che non potevano essere “cantierizzate” nell’anno in corso. È vero, ci sono stati tagli al bilancio ma in questo modo abbiamo realizzato una gestione più efficente del denaro pubblico».

Ad attendere il ministro un gruppo di lavoratori dei Beni culturali che hanno lamentato i tagli alle spese di funzionamento e la situazione dei precari. «Parlate con il vostro sindacato nazionale - è stato l’invito del ministro - discuteremo attorno a un tavolo».

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