Milo De Angelis vive su al nord, in via Bovisasca, verso Affori. Ma la città lha vissuta e la vive tutta, da nord a sud, da est a ovest. È nato in viale Majno (unepoca fa, nel 1951), poi ha attraversato diversi quartieri: corso Lodi, via Varesina, la Bovisa... Praticamente una zona diversa per decennio. E da qualche tempo anche una zona diversa per estate. «Sono quattro o cinque anni ormai che le vacanze le passo in un quartiere di Milano: ho cominciato in un alberghetto a una stella in viale Espinasse, poi lanno dopo in via Porpora, quindi in via Certosa, e infine in un piccolo agriturismo a Cascina Giaggioli, a sud della città. Per questanno ho scelto il Parco Lambro, dalle parti di via Palmanova. Nel mese di agosto prenoto una pensioncina o un alberghetto, e da lì inizio a esplorare la nuova zona. Rimango quindici-venti giorni, a seconda delle finanze. È la mia Rimini milanese. Invece che andare in spiaggia giro a piedi per vie e viali. Cerco di cogliere lanima della città: cammino, parlo con la gente, cerco voci, echi, suoni, odori...».
Voci, echi, suoni, odori che dopo unincubazione più o meno lunga, più o meno sofferta, finiscono dritti nei versi delle sue poesie, quelle che dalla raccolta desordio Somiglianze (1976) fino al libro-culto Tema dell'addio (2005) cantano la sua città-totem. «Milano è talmente protagonista dei miei libri che ho scelto di renderle un omaggio estivo, amandola in ogni sua parte e in ogni suoi aspetto, per i suoi pregi e per i suoi difetti».
Pregi e difetti. «La parte di Milano che amo di più è a est: lIdroscalo. E poi trovo irresistibile la sua parte segreta, le sue zone dombra e di mistero. I suoi interni, il suo pudore, la sua sofferenza, il suo vivere sempre dietro le quinte, estranea al lamento fatto in piazza... Non a caso il personaggio che il milanese proprio non sopporta è il piagnetta, quello che si piange addosso, che mette in mostra i suoi sentimenti. La cosa che invece odio è leccesso di autocritica, quel continuo non sentirsi allaltezza dei propri tempi, il rimpiangere una supposta età doro degli anni Sessanta-Settanta. Non è così: Milano anche oggi fa cose bellissime, è ricca di iniziative, di mostre, di spettacoli, di occasioni culturali».
Una volta De Angelis ha scritto che Milano è lantitesi della «città eterna»: mentre Roma è la città della permanenza e della durata, Milano è una città in continua trasformazione, che nasce, muore e poi rinasce. La città dellultima volta, dellultimo metrò, dellUltima Cena... «A Milano la cultura è sempre passione ardente, segreta e sotterranea. A differenza di altre città più sfacciate qui non ci sono salotti o terrazze, semplicemente ci si incontra quando serve, per cose essenziali, si lavora in incognito. In quanto città invisibile e segreta Milano si comporta come una donna che si prepara in silenzio e con cura nella sua stanza. Per essere pronta quando è il momento, quando si deve mettere in mostra. Quando deve esporsi». Expo. «Per il 2015 Milano sarà perfetta».
Come perfetta deve essere la parola poetica. Sempre.
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