Dopo le bandiere bruciate, i macabri sillogismi con lo sterminio nazista, i sagrati delle chiese occupati, ecco la risposta. Pacifica. Stasera dalle 18.15 sfilano a Milano in corso Vittorio Emanuele, gli Amici dIsraele per «una grande manifestazione di sostegno alla causa ebraica e per la fine delle ostilità in Medio Oriente». Il clima non è rassicurante. Lo ammette il presidente dellassociazione, Eyal Mizrahi: «I simboli bruciati sono unoffesa non soltanto per la nostra comunità, ma per lItalia intera. Riaffermiamo, sfilando pubblicamente, il diritto di Israele a esistere. Non dimentichiamoci che si tratta di uno Stato moderno che riconosce a tutti, arabi compresi, le libertà delle democrazie occidentali». A proposito di dialogo, Mizrahi ricorda lultima puntata di Annozero: «Santoro non ha dato una mano alla pace. La nostra vicenda è una cartina di tornasole: i più fanatici sono i primi a esporsi. Ci riesce difficile non sottoscrivere le parole di sdegno pronunciate da Gianfranco Fini». Giusto «riconquistare» la piazza, ma esporvi così può essere pericoloso? «Il rischio che qualcuno, tra cui certi centri sociali, prendano a pretesto la nostra iniziativa per scatenare disordini cè, eccome. Anche quando ci siamo riuniti al chiuso di un teatro, pochi giorni fa, loro erano fuori a sputare e a offendere. Ma non ci costringeranno al silenzio».
Il corteo non sarà riservato alla comunità ebraica, aggiunge il segretario Davide Romano. «Invitiamo tutti. E ringraziamo gli arabi che ci saranno». A cominciare dalla presidente delle Donne Arabe dItalia, Dounia Ettaib.
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