Milano - Alcune centinaia di persone hanno dato vita all'annunciato corteo in occasione del primo sciopero dei migranti. I manifestanti chiedono maggiore integrazione e incrociano le braccia per una giornata per far capire all'Italia l'importanza dei lavoratori stranieri per l'economia nazionale.
Replica leghista La Lega Nord ha deciso di organizzare domani, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, una contromanifestazione in risposta allo sciopero di oggi proclamato dagli immigrati. "Curioso come ad una manifestazione organizzata per radunare i lavoratori stranieri, - ha commentato il capodelegazione della Lega Nord in giunta regionale lombarda, Davide Boni - si sia registrata la presenza massiccia di associazioni e movimenti studenteschi, legati evidentemente alla sinistra, così come numerosi italiani. Il clima prettamente politico in cui si è svolto il corteo, decreta pertanto il fallimento di una iniziativa demagogica e strumentale, che mira a dare una visione distorta sulla presenza degli stranieri in questo Paese. Dato che la sinistra, così come buona parte delle sigle sindacali, da sempre si occupano più dei problemi dei lavoratori stranieri che non di quelli degli italiani, - ha concluso Boni - parteciperò domani mattina, insieme all’On. Borghezio, alla contro-manifestazione organizzata a Sesto San Giovanni proprio per difendere i diritti dei lavoratori italiani. Non possiamo più permettere - conclude Boni - che in nome di un’integrazione forzata, vengano penalizzati coloro che davvero hanno contribuito da generazioni a fare crescere questo Paese e che ora hanno dei seri problemi occupazionali e aspettano di rientrare nel mondo del lavoro".
Più sindacati che immigrati Pochi gli stranieri presenti al corteo, non più di qualche decina. Massicce invece le misure di sicurezza disposte dalla questura, visti i recenti episodi di Via Padova. L'intera area di fronte al Comune è transennata e sul posto sono schierati decine di agenti e carabinieri in divisa e in borghese che controllano a vista i militanti delle diverse organizzazioni antirazziste e della sinistra radicale. Alla manifestazione partecipano anche un centinaio di studenti e i sindacati di base. Tra le tante sigle presenti anche quelle del Sdl che per oggi ha proclamato un giorno di sciopero. La Fiom milanese ha invece indetto delle assemblee di fabbrica.
Cgil e studenti in piazza Sono scesi in piazza a Milano, come in altre 20 città, gli studenti delle due associazioni Uds e Link, accanto a centinaia di migranti per protestare contro le politiche discriminatorie. Nel cuore della città, in piazza Duomo, alle 18, si concentrerà il corteo organizzato da Cgil e Uil che sfilerà poi fino a piazza Castello. "In Italia se non ci fossero i migranti - si legge in una nota della Cgil - saremmo un paese a crescita zero, con 3,8 miliardi di euro di meno di gettito fiscale, con 7 miliardi di euro in meno di contributi per le pensioni, con il 10% di lavoratori in meno e un -10% di pil." Forti di queste convinzioni, oggi studenti e sindacati scendono in piazza per manifestare insieme ai migranti "perchè vogliamo promuovere la convivenza, la corresponsabilità nei luoghi di lavoro e nelle nostre comunità". La protesta riguarda le politiche "discriminatorie e repressive di questo governo che, - continua la nota - anzichè governare il fenomeno dell’immigrazione, preferisce alimentare paure e insicurezze con politiche tese solo a criminalizzare il fenomeno".
La voce degli immigrati Il corteo è stato preceduto da un presidio in cui diversi lavoratori immigrati sono saliti su un palco e hanno spiegato i motivi della loro protesta. "Siamo qui perchè abbiamo scelto di stare qui, perchè è anche casa nostra, anche se la Lega ci dice che dobbiamo andarcene" ha detto uno di loro. "È una manifestazione pacifica, non violenta, perchè noi siamo persone civili - ha detto dal palco Issa, magazziniere senegalese in Italia da sei anni - "Yes we can, yes we can", se possiamo farlo in altri paesi perchè in Italia no". "Vogliamo renderci invisibili per un giorno per farci vedere pacificamente. Non siamo per la violenza", spiega Mayra, messicana in Italia da tre anni. "Questo Governo -aggiunge- sta facendo del razzismo istituzionale. Io pago le tasse come gli italiani, quindi sono come loro". Uno dei manifestanti cita la Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza e di religione".
"Sono qui per chiedere agli italiani di considerare gli stranieri come una risposta e non come qualcosa legato soltanto alla criminalità" dice Chiara, una ragazza italiana di religione musulmana che porta il velo per sua scelta e oggi non è andata al lavoro per aderire alla mobilitazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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