Milano, dopo gli scontri il questore vieta il corteo dei centri sociali

Enrico Silvestri

da Milano

«In considerazione dei gravissimi episodi avvenuti in corso Buenos Aires sabato 11», si legge nella nota diffusa ieri dalla questura di Milano, il questore Paolo Scarpis ha vietato ai centri sociali il corteo organizzato per sabato prossimo in ricordo di Davide «Dax» Cesare, ucciso giusto tre anni fa sui Navigli in una rissa con tre simpatizzanti di destra. Ha concesso comunque un «presidio» non lontano dal carcere di San Vittore. Confermata invece la fiaccolata di domani sera lungo l’arteria devastata dai manifestanti.
Sempre ieri i pm Piero Basilone e Ilda Boccassini hanno chiesto al Gip, che deciderà questa mattina, la convalida dei 35 fermi e chiesto alle forze dell’ordine i filmati effettuati durante gli scontri. Mentre spetterà al giudice dei minori decidere del destino dei tre minorenni fermati. La decisione del questore è arrivata dopo che in mattinata si era riunito in Prefettura il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, a cui hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine e i rappresentanti delle istituzioni locali. Già all’uscita il prefetto Gian Valerio Lombardi aveva risposto con un sibillino «Vedremo» a chi gli chiedeva della manifestazione di sabato 18. Manifestazione che prevedeva un corteo dalle colonne di San Lorenzo, in pieno centro, fino a piazza Aquileia, passando davanti a San Vittore. Il «vedremo» si è poi trasformato in un secco «no» nel pomeriggio con la possibilità di fare solo il presidio in piazza Aquileia.
Nessun problema invece per la fiaccolata di domani sera dei commercianti proposta da Carlo Sangalli, presidente dell’Unione del commercio, alla quale prenderanno parte il sindaco Gabriele Albertini e il presidente della Provincia Filippo Penati. Domani saranno in città diversi big - Gianfranco Fini, presidente di An, Romano Prodi, candidato premier dell’Unione, Piero Fassino, segretario dei Ds - che potrebbero partecipare al corteo. A cui potrebbe aggregarsi all’ultimo momento anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Sempre ieri si sono svolti gli interrogatori per la convalida dei fermati. Che sabato, a loro dire, erano tutti lì per caso: chi a spasso, chi per fare spese in corso Buenos Aires, del resto la via milanese dello shopping. Al massimo, chi ha ammesso di aver manifestato contro il corteo della Fiamma tricolore ha spiegato non solo di non aver partecipato agli scontri, ma che stava pure scappando, quando è stato preso.

Una spiegazione che ha lasciato perplessi i pm Basilone e Boccassini che infatti si apprestano a chiedere al Gip la convalida dei fermi. Anche se, nel dubbio, ha chiesto alle forze dell’ordine le riprese effettuate durante gli incidenti, per trovare riscontri alle relazioni che hanno accompagnato gli arresti.

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