Milano si candida per l’Expo: «Saremo pronti per il 2012»

Visita di Albertini in Cina: «È una vetrina mondiale, il governo ci aiuti»

nostro inviato a Shanghai
Potrebbe essere Milano la sede dell’Expo 2012. Sulla strada della candidatura all’Olimpiade del 2016, spunta un’altra intrigante sfida per la metropoli lombarda che già allora potrebbe aver cambiato volto. Con i grattacieli e il grande Central Park dove ora c’è la vecchia Fiera, la Città della moda a Garibaldi-Repubblica, la Santa Giulia di Norman Foster, le nuove torri sede di Comune e Regione. Progetti oggi appena avviati, ma per quel giorno usciti dalle realizzazioni virtuali al computer e diventati realtà. L’annuncio a Shanghai, durante l’intensa visita istituzionale del sindaco Gabriele Albertini. «Non sarà facile - spiega - ottenere l’Olimpiade del 2016. Dopo l’assegnazione a Parigi per il 2012 è difficile pensare a un’altra città europea. Ma, intanto, chiediamo al governo di appoggiare la candidatura di Milano a sede dell’Expo». Un appuntamento già nel Dna della città, dato che la storica sede di Fiera Milano fu allestita proprio per l’edizione del 1952. «Un’occasione importante - aggiunge Graziella Martini Giobbi, membro del comitato esecutivo della Fiera - per ottenere molti finanziamenti. E, in più, opportunità da non perdere per comunicare l’immagine di Milano in tutto il mondo». Come sta avvenendo in questi giorni in Cina, con la terza missione all’estero del trittico New York-Mosca-Shanghai accomunato dal logo «Meeting Milano». Albertini illustra i risultati ottenuti in oltre otto anni di amministrazione, ma con l’ufficializzazione della candidatura è già pronto ad assegnare i compiti al suo successore. L’occasione è l’incontro con Han Zheng, sindaco di una città che conta oltre 17 milioni di abitanti e la visita al Centro di pianificazione dove si può vedere come Shanghai cambierà per l’Expo 2010. «Qui - spiega Albertini dopo un colloquio con il vicepresidente del comitato economico cittadino - il prodotto interno lordo cresce in doppia cifra da 13 anni consecutivi». Una città grandi numeri, dunque, che ha creato il nuovo porto in due isole al largo del mare e costruito 33 chilometri di ponte per collegarlo alla terraferma in appena due anni. Dove i grattacieli salgono al ritmo di un piano a settimana, il treno a lievitazione magnetica porta in 7 minuti e a 431 chilometri all’ora dall’aeroporto al centro. E dove anche l’ascensore sale a 9 metri al secondo. Fermata al piano dove Fiera Milano ha organizzato il convegno «Milano, motore dell’economia». Rassegna delle eccellenze milanesi accolte con grande interesse anche da una «sorella» abituata a stupire. Ma affascinata da Milano, tanto che la visita istituzionale celebra i 25 anni di gemellaggio. «Certo - sospira Albertini - ci piacerebbe riuscire a costruire 33 chilometri di ponte in due anni. Ma questi sono spazi e tempi incompatibili con un sistema democratico. I nostri imprenditori sono giustamente preoccupati dalla minaccia cinese, i loro costi per noi sono impensabili. Abbiamo però il dovere di cogliere questa opportunità per internazionalizzare la nostra economia investendo in questo territorio. L’alternativa sono i dazi, ma io credo che dobbiamo riuscire a trovare qui gli spazi per aumentare lo sviluppo».
E, in questi giorni, della delegazione fanno parte le realtà economiche più qualificate della città, quelle che costituiscono il «sistema Milano»: la Fiera, che ha aperto i nuovi uffici in un grattacielo mozzafiato, Banca Intesa, aziende del Comune come Sea e Amsa.

E Prysmian cables & systems, ex Pirelli cavi che per il nuovo battesimo ha offerto una cena rinascimentale. Con liriche di Baldassarre Castiglione, ricette musiche e balli dell’epoca di fronte alla quale i cinesi sono rimasti a dir poco a bocca aperta.

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