Milano si inventa uno squadrone per puntare in alto

Chiamatelo United. Semplicemente United. La franchigia milanese del baseball, nata dall'accordo tra il Milano '46, la squadra più antica e tra le più titolate d'Italia, il Senago, fresco vincitore della Coppa Italia di serie B, e il Rajo Rho, l'ultima formazione lombarda ad aver affrontato la serie A1 nel 2004, ha scelto questo nome per candidarsi alla futura Italian Baseball League. L'anno prossimo scatterà infatti un nuovo campionato, studiato dalla Federbaseball con l'apporto della Major League, che seguirà il modello americano, senza retrocessioni e promozioni. Che significa dotare ogni singola partecipante di una seconda squadra più una under 21, ognuna con il suo torneo e con tesseramento libero: i giocatori potranno infatti salire e scendere all'interno della franchigia, secondo lo schema adottato appunto negli USA. Un progetto rivoluzionario a cui, oltre alle società attualmente in A1, verranno ammesse una lombarda e una siciliana. Per allargare i confini del baseball italiano e recuperare piazze storiche e importanti.
Un appuntamento impegnativo, a cui Milano non vuole rinunciare. E proprio per questo, le tre società si sono consorziate. «Per dare il buon esempio - dice il presidente del Milano '46, Marco Giulianelli -, con la speranza che ci seguano anche altre società, per creare un'organizzazione all'altezza della IBL».
Lo United intanto fa le prove di franchigia in piccolo in questo 2009: una squadra in serie A2 (il Senago-Milano United), un'altra in B (il Rho United) e due under 21. Team assemblati dal general manager Stefano Basilico, con il meglio delle tre formazioni in A2, le giovani promesse in B, quelli che devono ancora sfondare nelle due under.
Ma soprattutto un'equipe tecnica di altissima qualità: due allenatori cubani (Lazaro Castro, per 3 anni nello staff della nazionale caraibica, e Jesus Salgado) e uno venezuelano (Clemente Alvarez, ex-pro arrivato fino in Major League con i Phillies) concentrati sulla squadra di A2. Una compagine in cui si parlerà molto spagnolo, grazie anche a qualche straniero residente dalle nostre parti, come Josè Mejia, arrivato da Santo Domingo dopo aver sposato una ragazza di Porta Romana. Come Francisco Fernandez, altro dominicano trapiantato, o Ernesto Wong, un cubano di Settimo Torinese autore di una gran stagione a Senago. Più Lisandro Corba, lanciatore italo-argentino che promette tante cose buone nello United.

E poi Mariano Drago, argentino anche lui, vero e proprio frontaliero del baseball: fa la spola da Lugano, dove risiede e lavora, per allenarsi e giocare a Milano anche se sarebbe meglio dire a Senago, perché quest'anno lo United avrà la sua base al Carlo Tosi, diamante ritagliato nel verde del Parco delle Groane.

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