«Milano si scusa col papà del nuovo sindaco»

Il giorno dopo i fischi contro Letizia Moratti, l’aggressione a esponenti di Fi e le bandiere di Israele bruciate dagli autonomi, il coro di condanna per un 25 aprile da dimenticare è bipartisan. «Ma la cosa vergognosa - sostiene l’assessore regionale Gianpiero Borghini -, è che in una manifestazione che vuole essere unitaria e pacifica, nessuno abbia buttato fuori dal corteo chi ha bruciato le bandiere, nessuno ha reagito». Borghini ha partecipato al corteo con l’assessore Tiziana Maiolo e l’azzurro Manfredi Palmeri. Insultati, presi a calci e sputi. «Agghiacciante - afferma Maiolo -. Ho paura di quest’Italia di Prodi in cui un assessore della Cdl deve essere scortata a casa perché è in pericolo».
Ieri pomeriggio la visita del sindaco Gabriele Albertini a Paolo Brichetto Arnaboldi, il papà della Moratti. Una stretta di mano, una lunga chiacchierata e poi una promessa.

«Milano non è quella che ha impedito al candidato sindaco Moratti e a suo padre di sfilare. Abbiamo ancora parecchio da raccontarci e io, purtroppo, ho moltissimi impegni istituzionali che non mi permetteranno di tornare a breve. Vorrà dire che ci rivedremo dopo il 28 maggio, da semplice cittadino».

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