"Quanto è appassionante il tuo discorso! Shahrazàd rispose: - Ciò che ho raccontato finora non è niente in confronto a ciò che vi dovrò narrare". Così è scritto in "Le Mille e una notte". Un flash per potere accedere mentalmente alla mostra "Arte della civiltà islamica - La Collezione al-Sabah Kuwait" che aperta a Palazzo Reale a cura di Giovanni Curatola, professore di Archeologia e storia dell'arte Musulmana alle università di Milano e Udine.
La mostra che raccoglie più di 350 oggetti, di cui un terzo inediti, ripercorre mille anni di storia dell'arte islamica con una varietà ricchissima di esemplari catalogati in ordine cronologico, a partire dal XVII secolo, comprendendo la geografia (dalla Spagna all'Estremo Oriente). Le varie sezioni dell'esposizione realizzata in collaborazione con il Comune di Milano, Skira editore, con il supporto del Corriere della Sera e sponsorizzata da Igp Decaux e Trimtec sono state studiate per tipologia; dai tessuti antichi, tappeti, raffinati cristalli cesellati, ceramiche, sculture, miniature fino a preziosi gioielli e oggetti in avorio. Un'occasione diversa per vedere l'Oriente con un altro sguardo penetrando i retroscena culturali della storia tra gli Imperi, Ottomani, Safavidi e Moghul, una trama di simbologie , storie e luoghi che sono una testimonianza importante della Civiltà dell'Islam, smentendo parecchi stereotipi.
Tra i tanti indizi per comprendere questa mostra, la prima di questo carattere e portata a Milano, la data del luglio 1975, quando Sheikh Nasser Sabah al-Sabah mostra a sua moglie, Sheika Hussah Sabah Salem al-Sabah, la prima opera d'arte islamica una splendida bottiglia di vetro smaltato d'epoca Mamelucca del XIV secolo, acquistata durante un viaggio. Questo è l'inizio di una straordinaria avventura, irripetibile, fatta di sensibilità, amore, competenza curiosità e lungimiranza.
La coppia in otto anni con intenso lavoro, raccoglie una collezione di 20mila opere tra cui vari capolavori e oggetti cari a molti studiosi che gettano una nuova luce sulla storia di una terra dai mille misteri. Come possiamo leggere nel catalogo curato da Curatola, "il 25 febbraio 1983, in occasione della Festa Nazionale del Kuwait, Sheikh Nasser e Sheikha Hussan, offrono al loro Paese e al mondo intero, un inestimabile dono del destino, il prestito permanente della collezione chiamata poeticamente Dar al-Athar al-Islamiyya, ossia Casa delle Antichità dell'Islam, al Museo Nazionale del Kuwait in un'apposita ala destinata ad ospitare 1200 eccezionali opere d'arte islamica in grado di fornire un panorama quasi completo e di altissimo livello al pari delle più blasonate raccolte mondiali come Berlino, Cairo, Copenhagen, Damasco, Londra, Parigi, Sanpietroburgo e Tehran - dell'esperienza artistica dell'Islam".
Terza e terrificante data, il 2 agosto 1990 quando il mondo attonito assiste all'invasione e alla devastazione del Kuwait per mano del vicino Iraq, E' la guerra e il buio, nel quale tuttavia un piccolo lume permane.
Sono 107 le opere, una vera goccia di mare, sceltee partite pochi giorni prima della tragedia, per uan mostra itinerante dal titolo "Islamic Art & Patronage", il migliore ambasciatore possibile per un piccolo Stato, il Kuwait, segnato da un enorme e mai dimenticata tragedia. Va ricordato che nel frattempo una parte della Collezione dedicata al settore dei gioielli indiani è stata ammirata dal pubblico di tutto il mondo attraverso una mostra straordinaria dal titolo "Treasury of the World..." , itinerante da dieci anni con meravigliosi esemplari, alcuni dei quali saranno esposti a Palazzo reale fino al 30 gennaio 2011. Oggi il DAI (Dar al.Athar al-Islamiyyah) sotto la guida attenta di Sheikha Hussah è una prestigiosa istituzione scientifica a livello mondiale. La coppia aveva inoltre raggiunto un numero di opere impressionante: 26mila, da qui il desiderio di preparare una nuova mostra, questa di Milano.
Nelle sale di Palazzo reale sfilano oggetti grandi e piccoli, chiudendo la rassegna con una sezione speciale per i gioielli, un vero trionfo per gli occhi e per chi comprende il valore di una civilt.; Non mancano settori dedicati alla calligrafia, decorazione geometrica, arabeschi, arte figurativa e naturalmente libri a partire dalle pagine del Corano mirabilmente dipinte fino a quella dei manoscritti miniati; e poi ancora capitelli marmori con incisioni e scatole in avorio decorate con uccelli e piante. Tra l'oggettistica, brocche, bicchieri e vasi in vetro smaltato dai vari colori; tappeti decorati con tanto di disegni sfavillanti e in tussuto come lana, seta e velluto. Pugnali con rubini e smeraldi, ma anche armadi in legno decorato e lastre tombali con iscrizioni. E poi ancora pedine del gioco degli scacchi in cristallo di rocca. Il curatore della collezione al Sabah è Manuel Keene che ha seguito anche la mostra e il catalogo di Skira con Sue Kaoukji, vice responsabile della collezione.
La mostra è un viaggio appassionante e la testimonianza di uno straordinario dialogo tra la cultura dell'Oriente e quella dell'Occidente. A presentare la rassegna sono stati il sindaco Letizia Moratti, Giovanni Curatola, Finazzer Flory, Domenico Piraina e la "sceicca" Hussan Sabah Salem al-Sabah.
"Questa mostra ha detto il sindaco Letizia Moratti, presentando la rassegna - si inserisce in un percorso dedicato dal Comune di Milano alle diverse culture del mondo, per giungere ad una sempre maggiore comprensione tra i popoli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.