La notizia sarebbe di quelle che emozionano solo gli addetti ai lavori, ovvero il piccolo universo degli appassionati della pallaovale: Luca Morisi, giocatore di rugby milanese, trequarti-centro dei Crociati di Parma, è stato convocato in Nazionale. Morisi da ieri fa parte dei trenta giocatori che il nuovo tecnico azzurro Jacques Brunel ha radunato a Roma in vista dellinizio, il prossimo 4 febbraio, del torneo delle Sei Nazioni, edizione 2012. Per il rugby milanese è una festa, perché era da sette anni, quando il pilone Giorgio Intoppa chiuse prematuramente per infortunio la sua carriera azzurra, che un rugbista milanese non entrava nel giro della Nazionale maggiore. Invece Morisi, che è nato nel vivaio dellAsr Milano, è cresciuto nella Grande Milano ed è approdato al rugby deccellenza con il Parma, ha rotto lincantesimo.
Ma la convocazione in Nazionale di Morisi potrebbe sollevare anche un interrogativo più generale: perché la Milano dello sport produce così pochi campioni? Un censimento completo della pratica sportiva agonistica sotto la Madonnina non è mai stato compiuto, ma è sicuro che, assommando le varie discipline, si parla di tante migliaia di atleti. Probabilmente, il serbatoio di potenziali talenti più numeroso dItalia. Eppure se si va a frugare tra le Nazionali dei principali sport di squadra, a parlare milanese sono in pochi. Anzi, quasi nessuno: fino a ieri, prima dello sbarco di Morisi dellItalrugby, lunica atleta nata in provincia di Milano era Martina Crippa, classe 1989, giocatrice di basket, nata a Sesto San Giovanni, «guardia» della Geas e della Nazionale. Dietro di lei, il vuoto.
Calcio, basket, volley, rugby: a Milano ci giocano migliaia di ragazzi e ragazze, ma nessuno riesce a diventare un atleta di valore assoluto. Gli elenchi dei convocati sono lì a dimostrarlo. Nel volley femminile ci sarebbero Laura Saccomani e Valentina Diouf, che fanno parte del listone azzurro ma con scarse chance di essere schierate in campo. A dire il vero, due sportivi che erano nati in provincia di Milano e che portano abitualmente la maglia col tricolore ci sono: si tratta di Alessandro Matri, calciatore della Juventus e della Nazionale, e di Danilo Gallinari, azzurro di basket, che curiosamente sono entrambi di SantAngelo Lodigiano. Quando sono nati (nel 1984 Matri, nel 1988 Gallinari) il paese era sotto la prefettura di Milano. Ma dal 1992, con la nascita della provincia di Lodi, SantAngelo ha cambiato targa. Così nè Matri nè Gallinari si possono considerare milanesi. E ci si rimane a interrogare sul perché qui si producano, percentualmente parlando, così pochi fuoriclasse.
Chissà. Nel frattempo, il rugby milanese si gode questo passo avanti: che è un messaggio di speranza per le centinaia di marmocchi che si avvicinano al fango e al fascino del pallone ovale.
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