Lanterne rosse in via Rutilia 16 per il Phoenix european chinese gourmet festival, la sfida internazionale della cucina cinese in corso fino a domani. Nellex fabbrica della birra, in zona Ripamonti, ha preso posto il ristorante Xier di Hu Luca. Verrà inaugurato nelle prossime settimane il megalocale del Dragone, ma sfavilla in questi giorni per ospitare la «gara» di trenta chef con gli occhi a mandorla, provenienti dalla Francia, lOlanda, lAustria, il Portogallo, la Cecoslovacchia.
La giuria dei sette dovà decidere chi è il migliore. Due soli italiani a esaminare i piatti: Enrico Dandolo, vicepresidente della Fondazione Gualtiero Marchesi e Ernesto Abbona, che ha fornito i vini. Cinesi gli altri cinque giurati, tra cui il più celebre chef di Pechino, star tv della Phoenix CNE, che ha sponsorizzato levento, il maestro Giao BinYi. «LItalia rappresenta il futuro della nostra ristorazione - ha detto Giao BinYi - per questo siamo venuti in cinque cuochi da Pechino, per dare valore a una festa che per la prima volta si tiene a Milano e che è in assoluto la migliore tra tutte quelle realizzate fino ad ora». Limmenso salone, destinato ad ospitare matrimoni e manifestazioni, è arredato con tavoli rotondi su cui campeggiano le opere intagliate dei maestri del gusto del Celeste Impero. Un gusto che per il cinese inizia dagli occhi. Quindi: gusci di uova ripiene e dipinte con teste di draghi, laghetti dei cigni in marzapane, frutta e verdura varia modellata nelle forme simboliche della terra protetta dalla Grande Muraglia: draghi, peonie, animali di ogni tipo. I colori sono accesi, le aragoste liberano dalla loro pancia decorazioni senza fine e gli spaghetti vengono tagliati a mano col coltello, che sciabola la pasta come se fosse una bottiglia di champagne.
Cucina dabilità scultorea, con un look da «crociera» come diremmo noi, per la prima volta protesa a sondare anche i sapori di un Occidente, che lOriente si mangia con gli occhi. Vicino ai piatti della tradizione, come lanatra alla pechinese e i ravioli di gamberi, anche lavori che puntano a sperimentare luniverso del gusto europeo. «E un concetto di cucina molto diverso dal nostro - spiega Enrico Dandolo -. Noi puntiamo sulla qualità del prodotto e lartisticità dei sapori che si amalgamano in unarmonia.
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