A 97 anni sventa la truffa: due arresti

Prima ha consegnato soldi e gioielli agli sconosciuti Poi ha chiamato i carabinieri: «Li abbiamo fregati»

«Mi hanno chiamato al telefono e mi hanno detto che mia figlia aveva avuto un incidente. Hanno detto che c'era bisogno di soldi». Così la signora Ernestina, 97 anni, racconta la disavventura avuta con due truffatori. Poi aggiunge soddisfatta: «Ma ho avvertito i carabinieri e li hanno presi subito. Li abbiamo fregati».

La 97enne, che vive a Brescia, ha fatto arrestare due uomini di 43 e 58 anni. I carabinieri del Comando provinciale di Milano li hanno fermati per ricettazione, mentre cercavano di vendere i gioielli dell'anziana a un compro oro di San Donato. Erano i preziosi di famiglia conservati da una vita: anelli in oro e orecchini con perle e coralli. «Sua figlia ha causato un grave incidente, ha bisogno di mille euro per essere rilasciata», hanno detto al telefono i malviventi. Con questa scusa, la mattina dello scorso 5 maggio, uno dei due arrestati si era spacciato per avvocato ed era riuscito a ingannare la vittima. Convinta di dover consegnare a un addetto che sarebbe passato da lei la cifra necessaria per tirare fuori dai guai la figlia. La signora non aveva abbastanza contanti e oltre a 500 euro aveva consegnato anche i gioielli al complice.

Subito dopo però Ernestina ha chiamato la parente e ha capito di essersi fidata in buona fede delle persone sbagliate. Ha quindi chiamato il 112 e sporto denuncia. Lei parla abitualmente dialetto bresciano e non le era sfuggito l'accento meridionale degli sconosciuti. Gli investigatori della compagnia di San Donato nel pomeriggio dello stesso giorno sono riusciti a risalire al numero di targa dei due uomini, che usavano un'auto già segnalata per reati simili, e li hanno bloccati all'esterno di un compro oro dell'hinterland. Sono entrambi pregiudicati di origini campane. Sono a San Vittore e dovranno comparire davanti al giudice con l'accusa di riciclaggio. La refurtiva è stata riconsegnata all'anziana.

«Sembravano due bravi ragazzi, ma erano dei mascalzoni», ha detto la nonnina nella sede del comando provinciale dei carabinieri di via Moscova. Dove ieri si è presentata arzilla davanti alle telecamere, accanto ai militari che l'avevano aiutata a «fregare» e malviventi.

CBas

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