Il centrodestra non ha usato mezze parole. «Una barzelletta». Il consigliere Pdl Riccardo De Corato, ex vicesindaco dal pugno duro contro le occupazioni abusive, ha bollato così lo sgombero di 4 famiglie dalle case popolari di via Pastronchi, zona San Siro, due giorni fa. É finita con il trasferimento in albergo per almeno una settimana, dopo che gli autonomi del Cantiere e il comitato Abitare San Siro ha occupato con le tende lassessorato alla Casa del Comune. Da martedì si riunirà la commissione alloggi popolari per valutare se per questi abusivi esiste lo «stato di necessità» e possono ottenere lalloggio bypassando le liste dattesa. «Ma non potevano riportarle nelle case o ospitarle nei dormitori comunali, invece di pagare lhotel come minimo una settimana coi soldi dei milanesi?» domanda De Corato, che di questo passo avvisa «saremo costretti a ricorrere alla Corte dei conti». Perché era solo il primo sgombero dopo la moratoria concessa per linverno. Se il Comune ad ogni protesta «tratta» la sistemazione transitoria in albergo, rischiano di restare fuori i turisti che tra due settimane invaderanno Milano per il Salone del design.
Provocazioni a parte, la linea morbida attuata per lennesima volta dalla giunta (protagonisti della mediazione venerdì lassessore alla Casa Lucia Castellano, alla Sicurezza Marco Granelli e ai Servizi sociali Piefrancesco Majorino) desta perplessità anche nel centrosinistra. La capogruppo del Pd Carmela Rozza ribadisce che «la giunta deve continuare con gli sgomberi dei delinquenti, con gli abusivi non si possono usare guanti di velluto». Lallontanamento delle famiglie era stato concordato già a dicembre con questura e Aler, anche a fronte di proteste degli inquilini che sono proseguite. Lo sfratto era stato rinviato solo per il freddo. E laltra mattina con gli agenti cerano anche tre assistenti sociali per garantire assistenza ai minori. Poi il blitz dei centri sociali in Comune e la trattativa. La Rozza ammette che peraltro «esiste qualche perplessità su come stia funzionando lassegnazione degli alloggi». Diverse famiglie a cui è già riconosciuto lo stato di necessità hanno avuto lo sfratto esecutivo, non si sono ribellate con gesti eclatanti e vivono per strada mentre appartamenti ristrutturati restano vuoti. Una denuncia che arriva soprattutto dal network Giovani Frontiera Milano che assiste chi domanda le case popolari. Ci sono almeno 33mila famiglie iscritte al bando e circa 1.500 nella graduatoria di emergenza. «Coi segnali di permissivismo lanciati dalla giunta - denuncia la portavoce Silvia Davite, ex segretaria Sunia - le occupazioni in autunno sono aumentate. E il Comune continua a millantare come nuovi gli alloggi sfitti sistemati con i fondi già stanziati dalla Moratti prima delle elezioni. Recuperi il proprio ritardo e dia un segnale alle famiglie perbene mettendo soldi a bilancio per le case e recuperando nuovi alloggi».
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