C'è già una prima informativa della Digos depositata in Procura ma ieri l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza ha fatto sapere che «la Polizia locale ha chiesto alla presidenza del Consiglio comunale di acquisire le immagini delle telecamere del blitz di Casapound» giovedì scorso. Continua a far discutere l'irruzione di una quindicina di militanti di estrema destra in aula per chiedere a gran voce le «dimissioni del sindaco» per le inchiesta sulla Piastra Expo. É stato l'inizio di quattro ore di caos dentro e fuori il Palazzo. In Consiglio si è innescata una lite tra i portavoce di Casapound e il consigliere di SinistraxMilano Paolo Limonta, e qualcuno di loro ha risposto con il saluto romano. Il video, sottolinea ora la Rozza, «permetterà di verificare se sono stati commessi reati, a partire dall'apologia di fascismo, e denunciare i responsabili». Per accedere alla parte dell'aula riservata al pubblico ogni ospite è obbligato a registrarsi all'ingresso, quindi il Comune è già in possesso dei dati anagrafici di tutti i presenti. Fuori stavano manifestando i centri sociale e si è scatenato lo scontro tra le due fazioni, tre ore di caos, cordoni di sicurezza e uscita da vie laterali dell'estrema destra per evitare che la situazione degenerasse, che hanno sollevato polemiche sulla gestione della sicurezza e la richiesta di un vertice con il prefetto Luciana Lamorgese e il questore Marcello Cardona da parte del sindaco. «C'è anche un tema - ha anticipato Beppe Sala -, senza esasperare, di maggior protezione di Palazzo Marino. Ci lavoreremo la settimana prossima».
E di un piano per «blindare» Palazzo Marino secondo indiscrezioni si sta già parlando, anche in chiave antiterrorismo. Perchè è vero che chi vuole assistere ai lavori dell'aula o visitare la sede del Comune viene «schedato» all'ingresso, ma non vengono assolutamente controllati borse e zaini. Non ci sono neanche i tornelli, per frenare eventuali irruzioni, se ne parlò in chiave anti-furbetti ai tempi di Letizia Moratti ma non sono mai stati installati. Ora si ipotizza (sarà anche una valutazione di costi) di introdurre i controlli all'ingresso con i metal detector o l'installazione di scanner dove passare borse e valigette come avviene da anni al Pirellone e nel Palazzo della Regione. Anche se la sinistra radicale non ama l'idea del palazzo militarizzato. Sindaco e giunta valutano invece di chiedere anche il supporto di due agenti della Digos all'ingresso di piazza Scala nei giorni di Consiglio (due sono già presenti all'interno). Intanto la questione scontri e sicurezza scalderà la seduta di domani, si annuncia una fila di interventi da parte dei consiglieri. Il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi chiede che l'assessore Rozza «venga a riferire: non è in grado di garantire nemmeno la sicurezza del Palazzo, figuriamoci quella delle periferie.
Sala prenda esempio da Maroni e dai controlli che ci sono in Regione, anche su questo il centrodestra è un modello. Anche negli uffici dei gruppi consiliari invece può entrare chiunque, vedi i tanti furti degli ultimi due anni e l'incursione non autorizzata di Al Jazeera».
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