Agricoltori e allevatori contro il caro energia: "Costi insostenibili"

La stima di Coldiretti: "Rincari per 37 milioni". Fontana: "L'eccellenza lombarda va difesa"

Agricoltori e allevatori contro il caro energia: "Costi insostenibili"

Migliaia di agricoltori e allevatori in tutta la Lombardia hanno lasciato le campagne ieri mattina e sono scesi in piazza con trattori e animali contro le speculazioni: con i prezzi per le famiglie che corrono mentre i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Secondo l'analisi Ismea il prezzo del latte pagato agli allevatori è molto al di sotto del costo medio di produzione, salito nelle stalle a 46 centesimi al litro. Insieme ai produttori di latte, in piazza gli allevatori delle altre filiere come quella dei suini. «In meno di un mese il prezzo che ci viene riconosciuto è calato di 20 centesimi al chilo» spiega Claudio Cestana suinicoltore di Manerbio.

I rincari produttivi, dall'energia alle materie prime, valgono almeno 37 milioni di euro in più al mese rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso per gli allevamenti da latte della Lombardia. È quanto stima la Coldiretti regionale: «Nelle stalle gli animali vanno accuditi e munti ogni giorno, il latte consegnato quotidianamente, fatture e bollette vanno pagate così come i dipendenti, ma intanto molti allevatori si trovano costretti da mesi a vendere sottocosto anche per effetto di dinamiche speculative lungo la filiera che ricadono interamente sulle loro spalle». Quella del latte, continua Coldiretti Lombardia, «è uno dei comparti chiave dell'agroalimentare italiano e lombardo, con la nostra Regione che da sola produce oltre il 40 per cento di tutto il prodotto grazie a una rete di 5mila allevamenti. Siamo pronti a presentare le prime denunce contro le pratiche sleali per tutelare il lavoro delle stalle di fronte alle speculazioni sul prezzo del latte che colpiscono allevatori e consumatori. Le difficoltà dei produttori di latte, continua Coldiretti, «sono la punta dell'iceberg di una situazione di diffusa sofferenza dell'intero comparto zootecnico che coinvolge anche i bovini da carne, gli ovicaprini, gli avicoli e i suini che devono affrontare anche le emergenze influenza aviaria e peste suina». In Lombardia si stima che l'aviaria, negli ultimi due mesi, abbia già provocato perdite per circa 30 milioni di euro per i soli danni diretti negli allevamenti di Brescia, Mantova e Cremona.

«Siamo la prima regione agricola italiana per economia e produzione e, quindi, guardiamo con particolare attenzione alle differenti criticità che i settori dell'agricoltura e dell'agroalimentare stanno vivendo - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana intervenuto al presidio -. Il Made in Italy e il Made in Lombardia vanno difesi con forza sia attraverso le politiche del nostro Governo, sia, soprattutto, con quelle dell'Unione europea. E ciò deve avvenire non per spirito di bandiera, ma perché Italia e Lombardia sono sinonimo di grandissima qualità».

) «Nello scostamento di bilancio dovrà essere sostenuta la filiera del latte - ha detto l'assessore all'Agricoltura Fabio Rolfi ha presieduto a Palazzo Lombardia il tavolo regionale per la filiera del latte - che oggi si trova in grande difficoltà».

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