«Aiuto mi stanno scippando» e muore di paura nel metrò

L'hanno sentito lamentarsi ad alta voce, come se qualcuno lo stesse infastidendo. «Lasciatemi stare, lasciatemi stare! Togliete le mani dalle tasche!». Poi all'improvviso il lamento si è trasformato in un urlo. «Aiuto!» ha gridato Francesco Tatoli, 65 anni, in un corridoio oltre i tornelli della stazione metropolitana «De Angeli», linea 1, ore 17.45 di ieri. E gli attimi sono diventati pesanti come macigni. Con quei tre ragazzini che scappavano come lepri, già molto, troppo lontani. Così la pattuglia di due poliziotti della Polmetro che aveva sentito le urla dell'uomo, poi aveva notato i tre scappare, li ha inseguiti per un po', ma senza risultato. Quando gli agenti sono tornati verso il 65enne lui però si è accasciato sotto i loro occhi e ha perso subito i sensi. L'équipe del 118, arrivata in una manciata di minuti con una corsa a perdifiato giù per le scale, ce l'ha messa veramente tutta, cercando di rianimare Tatoli sul posto per ben quaranta minuti. Poi la corsa all'ospedale San Carlo. Inutile: l'uomo è giunto cadavere al pronto soccorso. E le cause del decesso (anche se l'ultima parola, come sempre, in casi come questi ce l'ha l'autopsia) sarebbero da attribuire a un infarto scaturito dallo spavento, dalla paura, dall'incapacità di reagire alle emozioni violente e repentine temendo un borseggio.
Il borsello di cui i tre ladri (descritti come giovani dell'Europa dell'est) volevano forse impossessarsi, infatti, la vittima (che è di origine foggiana ma risiede in città con la moglie) ce l'aveva ancora. All'interno, però, c'era solo la tessera dei mezzi pubblici, dalla quale la polizia è riuscita a risalire alla sua identità.
La polizia ieri sera ha guardato più volte i filmati delle telecamere videosorveglianza della metropolitana le cui immagini testimonierebbero l'assenza di un vero e proprio contatto fisico tra Tatoli e i tre borseggiatori. Non ci sono finora testimoni oculari diretti, ma le sequenze non registrano le fasi di una rapina.
Un'altra aggressione sui mezzi pubblici è quella dell'altra notte sul filobus della linea 91, la circolare sinistra più nota come la «linea della paura». Alle 3.40 il conducente, in piazza Napoli, ha fatto salire sul mezzo un nordafricano che lui stesso descriverà qualche ora più tardi, al pronto soccorso dell'ospedale san Giuseppe, alla polizia come un «nordafricano». Una volta sul filobus l'extracomunitario si è scagliato, prima a parole, poi a pugni contro il conducente. «Sei tu che ieri sera mi hai lasciato a piedi!» gli ha urlato contro. l'uomo al volante del filobus, mentre l'altro lo insultava, aveva un bel ribattere che la sera precedente lui non era in servizio. Lo straniero ha aperto la porta del conducente e gli ha sferrato un pugno sul naso, quindi è fuggito scendendo dal mezzo grazie alla porta di emergenza.
Il dipendente dell'Atm è stato portato in ospedale non tanto per le lesioni, quanto per lo stato di choc in cui era piombato in seguito all'aggressione.
E la Lega attacca il sindaco sul tema sicurezza. «Pisapia chiacchierone disastroso, vergognati e dimettiti» scrive il segretario regionale Matteo Salvini su Facebook.

«Quando ammetterà che a Milano esiste un problema sicurezza? Quando lascerà le posizioni buoniste per attuare gli interventi necessari?» domanda l'assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini. Majorino prova a placare gli animi: «Non facciamo battaglie ideologiche».

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