E nella lite tra Gabriele Albertini e Roberto Maroni, ora a spuntare è il nome dell'ex an Viviana Beccalossi. «Il Pdl? Non pervenuto. Ma noi aspettiamo ancora pochi giorni e poi la macchina elettorale parte», ha detto ieri il segretario della Lega presentando alla Fondazione Cariplo Il mio Nord. Il sogno dei nuovi barbari, il libro scritto con Carlo Brambilla (quasi cento copie vendute in pochi minuti). Tanti i giornalisti ad aspettarlo per una risposta ad Albertini che insinua suoi futuri guai giudiziari per la vicenda Finmeccanica. «Non mi sentirete mai parlare male degli avversari. Una questione di stile». Albertini da Strasburgo conferma che resterà in campo, «con o senza il Pdl, anche se preferirei ci fosse l'appoggio di un partito importante».
E ora, per cercar di ricomporre il campo dei moderati, scende in campo la diplomazia. Già fissato per domani un incontro fra il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani e il segretario lombardo della Lega Matteo Salvini per trovare un accordo. Poi si vedranno Silvio Berlusconi e Maroni per stabilire il punto d'incontro. Allontanatasi l'ipotesi Albertini per la chiara incompatibilità con il Carroccio, la soluzione sarà probabilmente la via delle primarie di coalizione, con un candidato per partito e l'accordo di un ticket elettorale con il perdente a cui sarà assicurato un ruolo da vice presidente. Data per scontata la discesa in campo di Maroni, il Pdl è alla ricerca di un nome. E ieri è uscito quello della Beccalossi, proposta dall'ex assessore regionale Romano La Russa, ma probabilmente piuttosto gradita all'intera area degli ex an del partito, ringalluzziti dopo il grande successo della manifestazione «Mai con la sinistra», organizzata sabato scorso nella piazza di Palazzo Lombardia. «Continuare a litigare e a non cercare un punto d'incontro è pura follia - il ragionamento di La Russa - Albertini è un ottimo candidato, ma non ha né la forza, né il diritto di chiudere la porta in faccia a nessuno. Senza Pdl e Lega sarebbe una candidatura perdente così come la sarebbe quella di Roberto Maroni, candidato della sola Lega». Ecco perché la proposta della Beccalossi. «Ha esperienza politica, è molto ben voluta nel territorio, ha governato da assessore e vicepresidente egregiamente la Regione, è parlamentare stimata da tutti ed è donna».
All'interno del Pdl se la dovrà vedere con Mantovani e il presidente della Provincia Guido Podestà (ieri ancora in prima fila ad ascoltare Maroni). In un partito dove ora sono in molti a fare il nome di Maurizio Lupi, il vice presidente della Camera che non a caso è l'unico ciellino a essersi un sfilato dalla crociata organizzata da Roberto Formigoni per Albertini. Ma non è un mistero che Lupi più che alla Regione, punti a diventare sindaco di Milano. E che, probabilmente, la Lega non vedrebbe di buon occhio un altro erede di don Giussani alla guida della Lombardia.
Ieri, intanto, un altro ciellino come Mario Mauro ha tentato il blitz all'europarlamento, cercando di far firmare a tutti i 29 deputati del Pdl un documento di appoggio al collega Albertini, l'uomo giusto per far sbarcare anche in Italia il Ppe. A Strasburgo ne è uscita una bagarre e alla fine non se ne è fatto nulla.
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