Alcol e risse nei parchi. E noi puliamo

Alcol e risse nei parchi. E noi puliamo

Le pantegane nei giardini di porta Venezia? Gli organizzatori di feste clandestine la notte nei parchi hanno denti che rosicano di più. Le zanzare nei tombini? Sempre gli stessi hanno argomenti corporei tanto pungenti che definirli fastidiosi è una carineria e se alle grigliate sudamericane si somma il malcostume dei «rave party» della nostra libertaria gioventù, la macedonia è fatta. I milanesi procedono, senza scampo, di denuncia sopra denuncia nei rispettivi consigli di Zona, ma da tre anni la situazione rimane immutabile nei parchi milanesi, perché il Comune non riesce a mettere un tappo sul fatto che i giardini pubblici dalle nove di sera in poi siano un buco dove ciascuno può farci i suoi suini comodi.
Con l'arrivo della bella stagione, soprattutto nei fine settimana ma non solo, i polmoni verdi diventano lo stomaco onnivoro di ritrovi dove si trincano alcolici, si smaltiscono sbornie e risse a suon di pugni e ceffoni, e spesso sono i bambini a riportare a casa i padri che barcollano in preda ai fiumi di birra. I festaioli di questa movida da corrida fanno i loro bisogni sotto gli alberi e non si preoccupano di portare con loro paletta e sacchetto come si pretende per i cani. E' così per il parco di Trenno, per il Forlanini, per il Sempione e per l'Idroscalo, solo per citarne alcuni. Quando la notte arrivano i sudamericani a girare la carne sugli spiedi, si girano le sorti di prati, siepi e cespugli che si trasformano in tavoli, camere e latrine da postribolo.
«Nonostante le promesse dell'amministrazione Pisapia, al Trenno nulla cambia» conferma Alessandro De Chirico del coordinamento cittadino di Forza Italia, che riceve foto e denunce da parte di milanesi che la notte non possono dormire. Il problema sta assumendo una sfumatura ben peggiore. I giovani di tutta Italia, conoscendo il lassismo con cui vengono gestiti i parchi milanesi, si danno appuntamento su Facebook per improvvisare feste dove la parola rispetto se ne fa un baffo della nostra distratta civilizzazione. Marco Cagnolati, capogruppo di Forza Italia in Zona 3, la settimana scorsa ha presentato un'interrogazione in consiglio per una baraonda al Lambro. «I ragazzi sono entrati con un camion rompendo le staccionate per portare il materiale necessario a un mega concerto, tanto sanno che nessuno interviene». In via Feltre sono stati tranciati i luchetti dei paracarri per far passare casse di generatori di corrente e di alcolici.
I giardini sono zona franca dove si consuma una guerriglia di civiltà, che poi pagano i cittadini perché gli operatori Amsa devono impegnarsi in una certosina opera di pulizia. Le insonnie dei milanesi che il giorno dopo devono andare al lavoro, le richieste di una maggiore tutela dei parchi, anche per preservarne vegetazione e bellezza, non sono servite a nulla.

Di giorno il Comune precetta volontari per andare a pulire queste meraviglie e la notte poi accetta che tutto ci possa avvenire in una politica di contraddizione che fa spendere euro e energie da neuro. I parchi milanesi sono come la tela di Penelope; di giorno si fa e la notte si disfa, con una variante però: sul ritorno di un prode Ulisse che metta in ordine Itaca non ci spera più nessuno.

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