«Insistere, insistere, insistere». I problemi «non spariranno se fingiamo che non esistono, viceversa l'unica maniera per risolverli è individuarli e affrontarli tutti insieme». Sembra quasi una ricetta semplice quella sollecitata ieri alle istituzioni dal presidente di Assolombarda Alberto Meomartini e il suo vice Giuliano Asperti. Ma sono i primi a denunciare con estrema chiarezza che diverse delle grandi infrastrutture per Expo rischiano di arrivare dopo il 2015 (o mai). In primis, Pedemontana e la Tem. I rappresentanti delle imprese sono «preoccupati» sulla consegna, «occorre affrettarsi». E, appunto, insistere. «Opere come la Pedemontana sono indispensabili se vogliamo essere una regione competitiva: al di là dell'Esposizione, non bisogna avere ripensamenti». Allarme hanno creato evidentemente le dichiarazioni ieri su Repubblica di Andrea Boitani, esperto di economia dei Trasporti e candidato nella lista Ambrosoli. In caso di vittoria del centrosinistra al Pirellone spiega, addio a Pedemontana, Tem, alla Broni-Mortara, «bisogna non solo valutare costi non più sostenibili, ma anche se queste opere servono davvero». Anche se nel programma della coalizione l'impegno a completare l'autostrada che collegherà velocemente Milano, Varese e Bergamo è scritto. Assolombarda, che ha presentato ieri i risultati del «Rapporto Oti Nordovest 2012», il report annuale sullo stato di avanzamento delle infrastrutture strategiche per il Nordovest del Paese, sottolinea che delle 24 opere lombarde monitorate, in undici anni solo 5 sono state concluse (per un importo di 8 miliardi di euro), 10 sono in corso di realizzazione (costo 16 miliardi, con una disponibilità attuale di 6) mentre il costo di quelle da avviare è di circa 4 miliardi, con una copertura di poco superiore a uno. Nell'ultimo anno rispetto al 2011 «è stata completata la ferrovia Saronno-Seregno, 11 opere hanno avuto avanzamenti mentre 8 sono rimaste pressochè ferme». E la lente ovviamente è concentrata sulle nuove autostrade e le opere per Expo. «É ormai impossibile - non ci gira intorno Asperti - che Pedemontana e Tem siano pronte per il 2015 nella loro interezza. Complessivamente, mancano quasi 4,5 miliardi a debito e oltre un miliardo di capitale sociale». Da qui l'appello al prossimo governo e anche all'Ue di «defiscalizzare gli investimenti su opere ex novo che produrranno un recupero tra trenta-quarant'anni». Entro Expo, di Pedemontana sarà chiuso il primo lotto, la tratta A8-A9 e «c'è qualche probabilità per la connessione alla Milano-Meda». I lavori tra Milano-Meda e Dalmine partiranno solo dopo l'entrata in esercizio del primo lotto e dopo aver risolto i problemi finanziari (da lì, almeno 3 anni di cantiere). Sbloccata la situazione invece per la Brebemi, potrebbe entrare in esercizio a metà 2014 se verrà realizzato (almeno) l'arco Tem tra Cassanese e Rivoltana. Almeno. Perchè la Tangenziale Est Esterna fatica a decollare e ad eccezione di quella tratta «è molto improbabile ormai che sia in esercizio per Expo».
Con gli «emoticons», le faccine tristi o sorridenti (nel grafico a fianco), Assolombarda sdramatizza il quadro delle opere previste nel dossier iniziale per Expo: solo 6 su 21 rispettano i tempi (da M5 al prolungamento della M1), 4 sono state stralciate, 5 sono al limite (come i parcheggi o la Zara-Expo), 6 finiranno dopo Expo, come il collegamento tra i terminal a Malpensa e, appunto, Tem e Pedemontana. «I continui cambi di governance sono un danno - avvertono - e può esserlo il sistema pubblico-privato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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