Aumentano le richieste di porto d'armi per difesa personale in mezza Lombardia. E crescono le armi detenute per tiro sportivo. In un clima di esasperata discussione su sicurezza e legittima difesa, impressionano i dati che l'eurodeputato Stefano Maullu dovrebbe presentare domani, nel corso di un convegno di Forza Italia alle Stelline.
Le licenze di porto d'armi in Italia nel 2016 si sono attestate a 1.101.846, con un calo del 10% dal 2015 (1.237.125). Circa 20.000 i titolari di porto d'armi per difesa personale, il 17% in Lombardia. Nelle province di Brescia, Lodi, Pavia, Sondrio, Como e Lecco si registrano richieste in aumento. A Milano le licenze per uso caccia o sportivo (rilasci o rinnovi) sono passate dai 6.120 del 2015 alle 5.983 del 2016, ma i dinieghi e le revoche sono aumentate da 271 a 606, con aumento delle richieste.
L'Italia risulta, nell'intero decennio 2003-2012 e anche nel più recente biennio 2013-2014, il principale esportatore mondiale di «armi comuni», superando giganti economici come Usa e Germania: le esportazioni italiane ricoprono il 15,9% di tutto il commercio internazionale di queste armi. La Lombardia anche in questo gioca un ruolo importante, in particolare col distretto bresciano. Ma non è solo questo. L'ex assessore regionale alla Sicurezza Maullu è l'unico azzurro a essersi opposto in Europa alla direttiva 477 Parlamento europeo. E secondo lui c'è anche un argomento culturale che si può agitare, tanto da spingerlo a fondare comitati per promuovere quella che considera una libertà: «Sul valore del possesso legale delle armi - dice - si gioca oggi una partita fondamentale. Valore, appunto, perché dobbiamo affermare un diritto e una libertà inviolabili. È in atto una vera e propria battaglia ideologica contro le armi. Da questo nasce l'esigenza dei Comitati per il diritto alle armi: saranno Comitati che sul possesso legale di armi andranno a fare prima di tutto informazione, su un tema troppo spesso trattato in modo approssimativo nella dicotomia anti-armi-far west. Da più di due anni lavoro a stretto contatto con migliaia di appassionati, collezionisti, cacciatori, tiratori sportivi, semplici onesti cittadini che hanno il sacrosanto diritto di poter possedere un'arma nel rispetto di leggi e regole per sentirsi più sicuri in un'Italia che la sicurezza non riesce a garantirla». La questione è delicata. Ed è all'ordine del giorno negli Usa, dove si vedono gli effetti di una larga liberalizzazione delle armi. Tuttavia la battaglia, sebbene di minoranza, viene portata avanti con argomenti che si richiamano alla libertà e ai diritti dei cittadini. «Al Parlamento europeo - spiega Maullu - ho votato No perché non è disarmando gli onesti che si fermano i delinquenti o i terroristi. I Comitati per il diritto alle armi si impegneranno sul territorio contro il recepimento della direttiva europea in Italia, facendo informazione seria su questo tema». «Questa iniziativa - prosegue - nasce proprio dal lavoro a stretto contatto insieme a tanti amici, a Milano e in diverse province lombarde e del Nord-Ovest, che sul valore del possesso legale di armi vogliono chiarezza senza ipocrisia. E' una battaglia che Forza Italia e il centrodestra non possono non portare avanti. Esistono decine di studi criminologici che dimostrano che non è combattendo le armi che si aumenta la sicurezza. Forse, invece, è proprio il contrario e forse le armi per qualcuno sono specchietto per le allodole per non parlare delle vere cause dell'aumento del tasso di criminalità».
D'accordo il consigliere regionale di Forza Italia Vittorio Pesato: «Un'iniziativa che approvo pienamente e che porterò avanti sul territorio - dice - soprattutto in un momento storico in cui la sicurezza è una criticità assoluta. È una battaglia di civiltà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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