Allarme su Expo: «Mancano i voli»

Expo senza rotte aree, Expo come esempio di un «Paese rattrappito».Parla chiaro Pierluigi Celli, e non ha perso il «vizio» nella sua lunga carriera da manager ai vertici di enti pubblici e privati (tra cui la Rai, di cui è stato direttore generale). Oggi guida l'Enit, l'Agenzia nazionale per il turismo, ente governativo che ha il compito di promuovere l'immagine dell'offerta turistica nazionale, insomma «vendere» l'immagine del Paese e i suoi eventi. E a giudicare da quel che dice il manager Celli, non sarà facile vendere l'Expo del 2015 a tutti quei turisti che vengono pronosticati per l'edizione milanese, soprattutto per i ritardi logistici. L'allarme è stato lanciato durante l'inaugurazione (a Rimini) di «Sun», il salone dedicato all'«en plein air». Le rotte aeree, ha ricordato Celli, «devono essere programmate con qualche anno di anticipo, altrimenti sarà difficile trovare all'ultimo momento vettori e compagnie disponibili». Insomma, «ancora non sono state fatte queste cose», e questo è l'esempio di un Paese «rattrappito», «dove immaginiamo di avere tante cose, un grande giacimento culturale, ma sono favole che ci raccontiamo», perché «è inutile averle se non riusciamo a valorizzarle, se non riusciamo ad esporle in maniera integrata». Le agenzie hanno riportato questi passaggi di un discorso in cui l'evento milanese come un esempio del sistema di servizi italiano «che dovrebbe distribuire i turisti e invece è talmente incasinato da essere di per sé un ostacolo allo sfruttamento economico del territorio».
Parlando col «Il Giornale», Celli corregge il tiro e spiega: «Questa cosa non l'ho detta così». E sottolinea il problema delle rotte: «Certo - spiega - i turisti possono venire con le linee esistenti ma se l'afflusso è così massiccio vanno fatti accordi per incrementare questi collegamenti. Se arrivano tanti cinesi è probabile che dobbiamo capire come farli arrivare, parlare con operatori e vettori». «I biglietti, gli alberghi, le cose da fare una volta arrivati. Queste cose vanno definite, il tempo c'è, ma dobbiamo farlo». Gli aeroporti sono un'altra incognita: «Credo che possa essere una buona occasione anche per far ripartire Malpensa - sostiene Celli - le piste ci sono. Poi tanti arriveranno a Fiumicino: in treno si arriva in 3 ore. Ma c'è anche Venezia». I 20 milioni di turisti previsti gli sembrano verosimili: «Sei stranieri, 14 italiani. Un italiano su quattro è tanto, certo, ma magari qualcuno verrà più di una volta». «Expo è una grande opportunità ma si deve preparare la logistica, la distribuzione sul territorio, l'offerta complementare oltre alla visita ai padiglioni. E tutto questo va preparato per tempo».

«L'Enit sta già lavorando - assicura - stiamo andiamo in giro promuoviamo, lo facciamo in termini di promozione ma operativamente devono intervenire altri a fare accordi per convincere i turisti che è una buona occasione, un buon prodotto». «Noi sentiamo un grande interesse e grandi aspettative - aggiunge - ma anche l'esigenza di definire in concreto tante cose: quanto costa? Cos'è? Dove si arriva? Cosa fare per chi verrà?».

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